Uno studio americano indica come possibile la correlazione tra un elevato indice glicemico ed un maggiore rischio di ammalarsi di cancro al polmone.
Che una glicemia elevata sia ‘pericolosa’ per lo sviluppo di diversi tipi di tumori come quello al seno, al pancreas, al cervello, al colon retto e allo stomaco è stato dimostrato negli anni da diverse ricerche scientifiche che hanno individuato nell’insulina un importante fattore chiave per quanto riguarda la proliferazione delle cellule tumorali. L’ormone, prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della glicemia, regola infatti anche altri aspetti del funzionamento del nostro corpo e per questo è considerato assai importante nella relazione tra alimentazione e cancro. Troppa insulina nel sangue, per esempio, induce una produzione eccessiva di testosterone (l’ormone sessuale maschile) nella donna e favorisce anche la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I, vero e proprio fertilizzante per le cellule cancerose.
Uno studio recente, pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention dai ricercatori dell’MD Anderson Cancer Center di Houston (Texas), ha evidenziato che anche il cancro al polmone è più comune nelle persone con indice glicemico più alto.
La ricerca ha interessato 1.905 pazienti con una diagnosi di carcinoma polmonare e 2.413 persone sane; la misurazione dei loro valori di indice glicemico (la capacità di un determinato glucide di alzare la glicemia dopo il pasto rispetto a uno standard di riferimento che è il glucosio puro) e di carico glicemico (si ottiene rapportando l’indice glicemico di un certo alimento alla sua porzione media) ha portato a risultati interessanti, che dimostrano un possibile legame tra glucosio nel sangue e la patologia.
Così puntualizza Filippo de Marinis, direttore della Divisione di Oncologia Toracica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano:
“Che l’aumento del rischio di contrarre tumori polmonari, come indicano gli esiti di questa indagine, sia imputabile anche ai valori di glicemia è possibile e che questo sia valutato nei non fumatori, per i quali non abbiamo spiegazioni sulla possibile formazione del cancro, non mi sorprende. Ma è fondamentale ricordare che il 90 per cento delle neoplasie polmonari è riconducibile al tabacco, che da solo ogni anno in Italia uccide quasi 83mila persone: un fumatore su due muore per colpa delle sigarette e circa la metà dei tabagisti vive in media 14 anni meno, oltre a soffrire per più anni da condizioni precarie di salute nel corso della vita”.
Tenere bassi i livelli di glicemia è quindi utile per prevenire il cancro del polmone? Gli studiosi affermano che vi è la necessità di ulteriori indagini e approfondimenti. Ma sottolineano di nuovo l’importanza dell’alimentazione nello sviluppo delle patologie tumorali:
“Dai moltissimi studi scientifici pubblicati negli ultimi 50 anni abbiamo capito che tenere bassa la glicemia e i livelli di insulina riduce il rischio di sviluppare fattori di crescita tumorale. Ecco perché il consumo di una serie di alimenti come pane, pasta, dolci, patate, zucchero, bevande zuccherine e alcolici (insieme a formaggi, carni rosse e salumi) dovrebbe essere molto ridotto nella dieta giornaliera”.
Alessio Biondino
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