Foggia, ennesima aggressione al personale sanitario: la scorsa notte, presso il Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia, tre infermieri sono stati violentemente aggrediti da un paziente giunto per un attacco d’ansia. Il giovane responsabile, un 18enne che compirà 19 anni nei prossimi mesi, ha colpito gli operatori con calci e pugni, scatenando momenti di panico tra i presenti.
L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha portato all’arresto del ragazzo, accusato di lesioni personali a danno di personale sanitario e resistenza a pubblico ufficiale.
Il giovane è stato portato in carcere, dove attenderà il processo. L’aggressione solleva nuovamente l’attenzione sulla necessità di garantire maggiore sicurezza per chi lavora in prima linea, in particolare nelle aree critiche come il pronto soccorso.
Questo episodio segue di pochi giorni un altro grave atto di violenza sempre al Policlinico di Foggia, avvenuto nel reparto di chirurgia toracica, dove alcuni familiari di una paziente deceduta durante un intervento si sono scagliati contro i sanitari presenti. Due episodi ravvicinati che confermano una crescente emergenza legata alle aggressioni contro il personale sanitario, un fenomeno che non può più essere ignorato.
La questione della sicurezza negli ospedali è diventata centrale nel dibattito pubblico, e sempre più voci richiedono l’adozione di misure urgenti.
Gli operatori sanitari, che già affrontano turni stressanti e carichi di lavoro pesanti, non possono essere lasciati soli di fronte a rischi simili. Le soluzioni potrebbero includere il potenziamento della sicurezza all’interno delle strutture, la presenza costante di vigilanza, e un’adeguata formazione del personale su come gestire situazioni di aggressione.
Il fenomeno delle aggressioni ai danni del personale sanitario ha registrato un aumento preoccupante negli ultimi anni, aggravato anche dalla tensione e dalla stanchezza provocate dall’emergenza sanitaria. È fondamentale che le istituzioni intervengano rapidamente per proteggere chi, ogni giorno, dedica la propria vita alla cura degli altri.
Le organizzazioni sindacali e le associazioni professionali degli infermieri e dei medici hanno più volte richiesto al governo e alle autorità locali un intervento risolutivo per contrastare questa ondata di violenza. Sono necessarie misure concrete, capaci di tutelare chi lavora in prima linea e di garantire ambienti di lavoro sicuri e sereni, essenziali per la buona riuscita delle cure.
Conclusioni
La situazione al Policlinico di Foggia rappresenta solo la punta dell’iceberg di un problema che riguarda l’intero sistema sanitario nazionale. Per evitare che simili episodi si ripetano, è fondamentale agire con fermezza e rapidità, mettendo in atto soluzioni che possano proteggere gli operatori e permettere loro di svolgere il proprio lavoro senza timori per la propria incolumità.
Redazione Nurse Times
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