L’uso di farmaci asiatici privi di traduzione italiana scatena una nuova ondata di preoccupazione per infermieri e medici alle prese con Google translate. Ma di chi è la responsabilità di eventuali errori? L’approfondimento dell’Associazione Avvocatura degli infermieri
Le implicazioni legali e il rischio per i pazienti sono al centro del dibattito, mentre le richieste di chiarimento si rivolgono alle autorità competenti.
La questione, già sollevata in passato, torna a farsi sentire con forza. Il Dirigente dell’Aadi dott. Mauro Di Fresco ha recentemente presentato una segnalazione ufficiale riguardante l’utilizzo di farmaci giapponesi, sottolineando l’impossibilità di identificarne i principi attivi e le sostanze additive a causa della mancanza di traduzione italiana. Nonostante una precedente diffida indirizzata al Ministro della Salute, le preoccupazioni non hanno ricevuto la dovuta attenzione.
Le implicazioni di questa pratica sono molteplici e pongono interrogativi fondamentali sul rispetto delle normative vigenti e sulle responsabilità dei sanitari. Si chiede pertanto se l’uso di tali farmaci sia lecito e, in caso affermativo, su quali basi normative si fondi tale legittimità.
L’attenzione si concentra anche sulle eventuali conseguenze legali per il personale sanitario coinvolto.
In caso di somministrazione di farmaci asiatici senza traduzione, quali misure sono state previste per tutelare i professionisti da possibili rischi e contestazioni?
La richiesta di chiarimento si estende anche alla ricerca di soluzioni concrete per affrontare questa problematica. L’istituzione di protocolli chiari e l’assegnazione di traduttori linguistici nei reparti sanitari potrebbero rappresentare valide proposte per garantire la sicurezza e la correttezza delle pratiche mediche.
È fondamentale affrontare con tempestività e determinazione le questioni sollevate dalla segnalazione del dott. Mauro Di Fresco. È auspicabile un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti al fine di garantire la conformità alle normative e la sicurezza dei trattamenti farmacologici.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Aadi contro Sant’Andrea di Roma: “Appropriazione indebita della retribuzione straordinaria”
- Demansionamento infermieri, Aadi esprime disappunto per “disinteresse Fnopi”
- Aadi: “Infermiere richiamate per non aver somministrato il vitto. Non è una fake news”
- Incarichi di coordinamento infermieristico su ordine del medico: Aadi diffida l’Asl BT
- #InfermierInPillole: la nuova rubrica sulla farmacologia, diretta da infermieri per infermieri
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento