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Donna di 47 anni muore dopo malore in studio estetico non autorizzato: indagati medico, anestesista e infermiera

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Donna perde la vita durante liposuzione in ambulatorio estetico non autorizzato a Roma. Indagati medici per omicidio colposo

Nel quartiere Primavalle – Torrevecchia di Roma, una donna ecuadoriana di 47 anni è deceduta al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I, in seguito a un malore durante un intervento di liposuzione in un ambulatorio di medicina estetica non autorizzato. Il caso, di rilevanza giornalistica e di attualità, ha scaturito un’inchiesta per omicidio colposo.

La dinamica dell’accaduto

La tragedia si è consumata in un centro estetico abusivo, privo delle necessarie autorizzazioni (l’ultima scaduta risaliva al 2007). Secondo i magistrati, durante l’intervento, la paziente avrebbe accusato un malore. Il chirurgo, l’anestesista e l’infermiera presenti avrebbero tentato una rianimazione senza allertare tempestivamente il 118, optando solo dopo svariate ore per un’ambulanza privata con medico a bordo, ritardando i soccorsi di emergenza.

Il trasferimento e la morte in ospedale

Trasportata nel pomeriggio della domenica dopo le 17, la paziente è arrivata al Policlinico Umberto I con condizioni già critiche. Nonostante gli sforzi del personale sanitario, è deceduta attorno alle 20. La morte ha inevitabilmente sollevato interrogativi sul rispetto dei protocolli di emergenza e sulla responsabilità del personale presente.

Aperte indagini per omicidio colposo

La Procura di Roma ha formalmente iscritto nel registro degli indagati:

  • il chirurgo estetico,
  • l’anestesista,
  • l’infermiera

Tutti coinvolti nel quadro dell’accertamento per omissione di soccorso e possibile negligenza durante l’operazione. Il pubblico ministero Andrea D’Angeli ha affidato l’incarico per l’autopsia, fissata per il prossimo mercoledì.

Profilo del medico titolare

Il medico titolare della struttura, il dottor Jose Lizarraga Picciotti, 65 anni, di nazionalità peruviana, è già noto alla giustizia: denunciato nel 2006 e nel 2018 per lesioni personali legate a interventi di liposuzione e chirurgia estetica. L’anestesista risulta anch’egli coinvolto in precedenti vicende, sebbene non legate all’attività medica.

Ambulatorio abusivo sotto sequestro

Il centro estetico, al centro delle indagini, è stato posto sotto sequestro dalla Polizia di Stato. L’assenza di autorizzazioni attive – l’ultima risalente al 2007 – evidenzia l’illegalità dell’intervento. Le autorità stanno verificando ulteriori nessi di responsabilità, in particolare la mancata attuazione di protocolli di emergenza durante procedure considerate di routine.

Riflessioni e implicazioni

Il caso ha riacceso il dibattito sulla sicurezza negli ambulatori privati di medicina estetica. Interventi di chirurgia minore, come la liposuzione, richiedono presidi sanitari e rigorosi protocolli di emergenza e rendono cruciale una riflessione su:

  • la corretta formazione del personale,
  • la tempestività del soccorso 118,
  • la necessità di autorizzazioni aggiornate,
  • e di controlli rigorosi sulle strutture.
Redazione NurseTimes

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