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Diabete di tipo 1, insulina inalatoria riduce glicemia dopo 30 settimane. Lo studio

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Stando ai risultati dello studio di estensione INHALE-3, presentati all’International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes (ATTD) 2025, negli adulti con diabete di tipo 1 l’utilizzo dell’insulina inalatoria ad azione rapida Technosphere è stato associato a riduzioni dell’emoglobina glicata a 30 settimane.

“L’uso dell’insulina inalatoria potrebbe essere positivo per i pazienti, a patto che si impegnino nell’autogestione del diabete e che vogliono ridurre ulteriormente la loro iperglicemia – ha detto il relatore Irl Hirsch, professore di Medicina nella divisione di metabolismo, endocrinologia e nutrizione alla University of Washington School of Medicine e ricercatore dello studio INHALE-3 -. Questa insulina potrebbe essere utile per coloro che desiderano un’alternativa alla pompa insulinica. No è una terapia per tutti, ma per molti pazienti è stata spettacolare”.

Nello studio INHALE-3, 123 adulti con diabete di tipo 1 sono stati assegnati in modo casuale a ricevere insulina Technosphere più insulina Degludec, abbinate all’utilizzo di un sistema CGM per il monitoraggio continuo del glucosio. Dopo 17 settimane l’insulina Technosphere è stata ritenuta non inferiore alle cure usuali, grazie a un livello di HbA1c rispettivamente del 7,6% e del 7,5% (P=0,01 per la non inferiorità).

Hirsch ha fatto presente che il gruppo insulina inalatoria ha mostrato una variazione nella risposta al farmaco. Mentre il 21% dei pazienti ha ridotto la propria HbA1c di almeno lo 0,5% (rispetto al 5% del gruppo cure abituali), nel 26% è invece aumentata di almeno lo 0,5% (rispetto al 3% del gruppo cure abituali).

L’insulina inalatoria ha avuto un impatto positivo sui pazienti con una HbA1c basale più elevata. Tra coloro che avevano livelli di almeno il 7%, il 21% del gruppo insulina Technosphere ha raggiunto livelli inferiori al 7% a 17 settimane, in confronto a nessun paziente nel gruppo cure usuali. La percentuale di adulti con una HbA1c basale superiore al 7% che ha ottenuto una riduzione di almeno lo 0,5% è stata del 28% con insulina Technosphere e del 7% con le cure usuali, mentre la quota dei partecipanti con un aumento di almeno lo 0,5% è stata rispettivamente del 21% e del 2% tra quanti avevano una HbA1c basale più alta.

I partecipanti a INHALE-3 sono stati invitati a continuare il trattamento in uno studio di estensione della durata di 13 settimane. Quelli originariamente assegnati all’insulina inalatoria hanno continuato con il medesimo trattamento, mentre i pazienti assegnati alle cure abituali potevano passare a insulina Technosphere. Nei soggetti in terapia continua con insulina inalatoria la HbA1c è passata dal 7,6% a 17 settimane al 7,4% a 30 settimane (P<0,001) e la quota di pazienti con una HbA1c inferiore al 7% è passata dal 21% al basale al 30% a 17 settimane e al 42%, sempre a 30 settimane.

Quanti sono invece passati dalla terapia abituale all’insulina Technosphere hanno ottenuto un calo medio della HbA1c dal 7,59% all’inizio dello studio di estensione al 7,36% a 13 settimane (P<0,001 per la non inferiorità; P=0,02 per la superiorità) e la quota di pazienti con una HbA1c inferiore al 7% è salita dal 14% al basale al 31% a 13 settimane. In questo gruppo, il 29% ha ridotto la HbA1c di almeno lo 0,5% dal basale a 13 settimane mentre nel 12% è aumentata di almeno lo 0,5%.

Al congresso sono stati anche presentati i dati del test del pasto in INHALE-3, che hanno mostrato con l’insulina Technosphere un aumento della glicemia postprandiale inferiore rispetto all’insulina analoga ad azione rapida. Tuttavia le persone con diabete di tipo 1 devono assumere la dose ottimale di insulina Technosphere per ricevere il pieno beneficio, come ha specificato Hirsch.

Il relatore ha condiviso diversi suggerimenti per raggiungere una buona gestione glicemica con l’insulina Technosphere. I pazienti dovrebbero ottimizzare la loro dose di insulina basale ed essere disposti a ripetere l’uso dell’insulina inalatoria da una a tre ore dopo un pasto e prima di andare a dormire per evitare l’iperglicemia durante la notte.

“Anche il momento del dosaggio è importante – ha spiegato Hirsch -. Bisogna somministrare l’insulina inalatoria all’inizio del pasto e i team di assistenza clinica devono collaborare con i pazienti per aiutarli a ricevere i massimi benefici dal trattamento”.

Referenze
Hirsch IB. Parallel Session 14: From past to present: Investigating the spectrum of insulins. Presented at: International Conference on Advanced Technologies & Treatments for Diabetes; March 19-22, 2025; Amsterdam (hybrid meeting).

Redazione Nurse Times

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