Si definisce cancerogeno un qualsiasi agente chimico, fisico o biologico in grado di causare tumori o favorirne l’insorgenza e la propagazione
Ci sono numerosi enti e organizzazioni scientifiche indipendenti impegnati a individuare, valutare e classificare gli agenti cancerogeni, tra cui si ricordano:
- International Agency for Research on Cancer (IARC)
- International Programme on Chemical Safety (IPCS)
- American Conference of Governmental Industrial Hygienist (ACGIH). Essa pubblica ed aggiorna annualmente l’elenco dei valori limite di soglia (TLV), tradotti su licenza in Italia dall’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali (AIDII)
L’Unione Europea con le sue Istituzioni scientifiche, per quanto prestigiose, non possiedono potere di normazione, e i loro pronunciati vengono dibattuti senza incidere sulle direttive legislative.
Oggigiorno la classificazione delle sostanze cancerogene è basata su valutazioni da parte dell’organo proponente e riflette la diversa evidenza di cancerogenicità per l’uomo.
Una stessa sostanza cancerogena può rientrare in differenti categorie qualitative a seconda dell’ente che ha effettuato la valutazione.
Infatti secondo la ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist) sono previsti nell’organigramma di distinzione delle sostanze in grado di far sviluppare una neoplasia ci sono 5 gruppi:
- A1: cancerogeno riconosciuto per l’uomo sulla base dei risultati di studi epidemiologici
- A2: cancerogeno sospetto per l’uomo cancerogeno in animali da esperimento con risultati contrastanti, controversi o insufficienti per confermare un incremento del rischio per l’uomo esposto
- A3: cancerogeno per l’animale cancerogeno in animali da esperimento, ma le conoscenze disponibili suggeriscono come improbabile che l’agente causi cancro nell’uomo
- A4: non classificabile come cancerogeno per l’uomo attualmente non esistono dati o quelli esistenti sono inadeguati per classificare
- A5: non sospetto come cancerogeno per l’uomo l’agente non è ritenuto essere cancerogeno per l’uomo sulla base di studi epidemiologici appropriatamente condotti
Purtroppo in alcuni lavori l’essere umano è esposto a delle particelle che nel tempo in funzione di concentrazione, durata esposizione, suscettibilità individuale (predisposizione genetica) e tempo di contatto generano un tumore.
Nel caso di chi lavora saldando, gli aspetti sono molteplici e riguardano la tipoligia di lega metallica che si impiega per saldare e la tecnica di saldatura che si usa.
La saldatura è un processo che permette la congiunzione di parti metalliche mediante l’azione del calore o della pressione. I processi di saldatura possono essere divisi in due categorie:
- Saldatura autogena in cui il metallo da saldare partecipa alla giunzione delle due parti in quanto i bordi da “saldare” vengono portati a fusione: sono le più frequenti.
- Saldatura eterogena in cui il cordone di saldatura è formato solo da metallo di apporto che è diverso dal metallo di base e con temperatura di fusione inferiore. Tipiche saldature eterogene sono la SALDOBRASATURA (i lembi dei pezzi vengono preparati con cianfrinature e il metallo d’apporto fondendo riempie il cianfrino costituendo il cordone di saldatura) e la BRASATURA (i pezzi da saldare sono semplicemente appoggiati l’uno sull’altro).
Il Cromo Esavalente, ad esempio, impiegato nell’industria sulla base di evidenze sperimentali ed epidemiologiche è stato classificato dalla IARC come cancerogeno per l’uomo (classe I). Riguardo agli effetti sulla salute diversi studi hanno dimostrato che l’esposizione a cromo esavalente è una delle possibili cause di tumore al polmone. Infatti l’apparato respiratorio rappresenta il principale bersaglio dell’azione tossica e cancerogena e l’esposizione professionale, acuta e cronica, avviene soprattutto per assorbimento mediante inalazione
La IARC classifica i fumi di saldatura come possibili cancerogeni per l’uomo (gruppo 2B) mentre il National Institute for Occupational Safety and Health Administration (NIOSH) considera i fumi di saldatura come potenziali cancerogeni e raccomanda di mantenere l’esposizione al livello più basso possibile.
In Italia i fumi di saldatura non rientrano tra le sostanze cancerogene di gruppo 1 A e 1 B, secondo la classificazione Reg. CE 1272/2008!
Tra la composizione dei fumi rientrano però elementi metallici classificati come cancerogeni di gruppo 1 A e 1 B per le quali il D. Lgs. 81/08 prevede, tra gli obblighi del datore di lavoro, la valutazione del rischio.
L’insorgenza di cancro è un fenomeno di natura stocastica Ammettendo che qualsiasi frazione di agente cancerogeno, anche solo infinitesimale o presunta, possieda la proprietà di causare tumore, non sarebbe possibile stabilire un livello di dose diversa da 0 tale da garantire una protezione accettabile.
CALABRESE Michele
Fonte
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