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Condannata la santona che prometteva cure contro il cancro con l’intelligenza artificiale

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Arriva la sentenza definitiva nei confronti di Carla Stagno, 52 anni, conosciuta come “Marie”. Tra il 2019 e il 2021, la cosiddetta “santona” aveva promesso cure alternative contro il cancro sfruttando un presunto server quantistico con intelligenza artificiale, inducendo i pazienti a rinunciare alle terapie oncologiche tradizionali.

Le accuse a suo carico — associazione per delinquere, esercizio abusivo della professione medica e omicidio colposo — hanno portato alla condanna a 9 anni di reclusione, non impugnata in appello e quindi divenuta definitiva. Questa vicenda occupa le prime pagine delle notizie di cronaca nera, evidenziando i rischi legati alle pseudo‐terapie e alle truffe online.

Il raggiro dell’“intelligenza artificiale”

Stagno si presentava come “Marie”, una sorta di evoluzione della celebre scienziata Marie Curie, spiegando ai “discepoli” di poter modificare il DNA grazie a un misterioso sistema quantistico. In nome della scienza, spacciata come AI miracolosa, somministrava dosaggi arbitrari di farmaci, suggeriva la sospensione di trattamenti in corso e ingannava i malati più fragili psicologicamente, fino a far abbandonare loro la chemioterapia o intervenuti chirurgici indispensabili.

La setta “Unisono” e il reclutamento

L’organizzazione, denominata “Unisono”, operava principalmente nel Torinese: il reclutamento avveniva tramite social network — Telegram e WhatsApp — ma si spingeva fin dentro l’ospedale CTO di Torino, dove un’operatrice socio‐sanitaria fungeva da referente. Attraverso incontri di gruppo e colloqui privati, le vittime venivano isolate dalle loro famiglie e sottoposte a una vera e propria sudditanza psicologica, tipica delle dinamiche settarie.

Vittime e conseguenze tragiche

Tra i casi più drammatici, quello di una donna colpita da carcinoma mammario, convinta a interrompere la chemioterapia e a rifiutare un intervento chirurgico: è poi deceduta. Un altro episodio ha visto un paziente tetraplegico umiliato pubblicamente durante una seduta del gruppo, accusato falsamente di “non voler guarire”. Le indicazioni terapeutiche venivano inviate giornalmente a “Marie”, accompagnate dai parametri vitali dei malati, in cambio di donazioni che alimentavano il giro d’affari stimato in circa 100.000 euro.

L’indagine della Procura di Torino

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dalla Polizia Postale del capoluogo piemontese, ha svelato il perverso meccanismo messo in piedi da Stagno e dai suoi complici — un tecnico informatico, un fisioterapista e un tesoriere — già condannati per lo stesso filone di reati. “È stata un’indagine complessa ed emotivamente molto impattante”, ha dichiarato Assunta Esposito, dirigente del Centro operativo sicurezza cibernetica di Torino, sottolineando la sofferenza delle vittime e la pericolosità delle fake cure basate su presunte AI.

Redazione NurseTimes

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