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Caduta dalla barella fatale all’ospedale di Castellaneta (Taranto): indagati tre medici e un infermiere

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Tre medici e un infermiere dell’ospedale San Pio di Castellaneta risultano iscritti nel registro degli indagati per il decesso, avvenuto il 15 gennaio scorso, di un 73enne di Massafra che era stato sottoposto ad accertamenti dopo un malore. Il paziente stava per essere dimesso, ma poco prima dell’arrivo del figlio è caduto da una barella ed è morto.

La Procura di Taranto ha aperto un’inchiesta in seguito alla denuncia ai carabinieri dei famigliari, che ora chiedono alla magistratura di verificare se siano stati rispettati tutti i protocolli e se l’incidente sia in qualche modo dovuta anche alla carenza di personale. Le ipotesi di reato sono quelle di responsabilità colposa per morte in ambito sanitario e omessa custodia.

Nei giorni scorsi è stata eseguita l’autopsia dal medico legale, che avrebbe rilevato alcune fratture, ma nessuna conseguenza a livello encefalico. Sarebbero inoltre emerse patologie pregresse, ma serviranno altri esami per chiarire l’esatta causa della morte. La relazione sarà depositata tra 60 giorni. Intanto anche l’Asl Taranto ha avviato un’indagine interna, esprimendo “vicinanza e cordoglio” alla famiglia della vittima, ma invitando anche “alla cautela e alla prudenza nel giudizio fino a quando non emergerà la verità oggettiva su questa triste vicenda”.

La ricostruzione dei fatti a opera dell’Asl Taranto: “Le spondine erano sollevate. Il paziente è sceso dalla parte dei piedi”

L’Azienda ricostruisce così gli eventi: “Alle ore 17:04 il paziente giungeva con ambulanza 118 in codice arancione. Al triage il paziente, cardiopatico rivascolarizzato, diabetico, affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva in ossigenoterapia domiciliare, riferiva edema periorbitario (gonfiore dei tessuti intorno agli occhi, ndr) ed edema diffuso del viso, negando allergia ai farmaci. Alle 20:46 il paziente è stato sottoposto a un’attenta visita medica con un esame obiettivo negativo sia per la patologia cardiaca-respiratoria sia neurologica, parametri vitali nella norma”.

E ancora: “In attesa di completare la terapia e avere il risultato degli esami il paziente, disteso su una barella con spondine sollevate, è stato collocato temporaneamente nel corridoio che conduce all’osservazione breve. Durante l’attesa l’anziano ha telefonato due volte al figlio chiedendogli di andarlo a prendere perché in attesa di dimissioni”.

Sempre l’Asl: “All’improvviso il vigilante in servizio presso il pronto soccorso, accortosi della caduta del paziente, ha allertato i medici e gli infermieri che lo hanno prontamente soccorso, constatando che il paziente era sceso dalla parte finale della barella, riservata ai piedi, e appariva in posizione prona, con le braccia distese lungo il corpo (senza quindi alcun tentativo di ripararsi dalla caduta)”.

Il 73enne si era sentito male in casa ed era stato accompagnato dal figlio in ospedale, dove i sanitari lo avevano trattenuto per sottoporlo agli accertamenti del caso. Dopo qualche ora era stato lui stesso a telefonare ai famigliari, spiegando che stava per essere dimesso. Poi la caduta dalla barella, il ritorno al Pronto soccorso, l’aggravarsi delle condizioni e un primo arresto cardiocircolatorio, dal quale è stato rianimato. A seguire è stato intubato dall’anestesista, giunto col cardiologo, e “condotto con urgenza in Radiologia per eseguire una Tac al cranio”. Al rientro “è andato in arresto cardiaco irreversibile”.

Redazione Nurse Times

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