Nuova inchiesta sulla vicenda dei malori alla centrale operativa del 118 all’ospedale Maggiore di Bologna. Un secondo fascicolo, per il momento contro ignoti, è stato aperto dalla Procura a valle di alcune dichiarazioni rese non solo dalle parti offese, e poi non rientrate nel fascicolo a carico dell’ex coordinatore infermieristico e a oggi unico indagato Claudio Tacconi, ma anche, pare, dall’accusato stesso, nei cui confront le indagini sono state chiuse a gennaio scorso con le accuse di stalking e lesioni nei confronti di una decina di colleghi e di simulazione di reato.
Nel fascicolo, su cui c’è il massimo riserbo, sarebbe contestato quantomeno il reato di atti persecutori, ma non si esclude ce ne siano altri, dalla calunnia ad alcuni più gravi. La nuova inchiesta avrebbe messo sotto la lente la posizione di persone diverse da Tacconi, sempre nell’ambito della centrale operativa e della gestione dei turni al suo interno.
Tra le persone offese di questo secondo fascicolo ci sarebbe un sanitario, la cui denuncia, pur raccolta insieme alle altre rientrate nel fascicolo contro l’ex coordinatore infermieristico e relativa a fatti piuttosto recenti, non finì poi tra quelle contestategli. Non è da escludere, a questo punto, che il sopralluogo dei carabinieri del Nas avvenuto nei giorni scorsi e raccontato al Resto del Carlino possa c’entrare con tali approfondimenti.
Un passo indietro. Tacconi, ex coordinatore infermieristico della centrale del 118 con elisoccorso, è accusato di avere avvelenato dieci colleghi tra il marzo 2020 e il novembre 2023, provocando malori: avrebbe fatto assumere loro alcuni farmaci, tra cui benzodiazepine, mescolati a bevande e cibi che consumavano al lavoro.
Inizialmente il 44enne finì ai domiciliari, mentre ora ha solo il divieto di avvicinamento alle parti offese e non lavora più all’Ausl. La simulazione di reato che gli è contestata è relativa al malore che lui stesso accusò a fine 2023 – per gli inquirenti, un escamotage per allontanare da sé i sospetti – e alla rapina di cui denunciò di essere stato vittima. Tacconi, dal canto suo, continua a ribadirsi innocente. L’avviso di fine indagine che ha ricevuto è di norma preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.
Prima di chiudere le indagini nei suoi confronti, però, la Procura di Bologna ha ultimato anche gli accertamenti sugli accessi in centrale del suo badge nei giorni delle intossicazioni che gli sono contestate, così come di quelli di altri, ora tenuti d’occhio dagli inquirenti: risulterebbe come solo in due dei dieci casi che gli sono attribuiti Tacconi fosse presente in sede, al fianco delle sue presunte vittime.
Redazione Nurse Times
Fonte: il Resto del Carlino
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