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Ausl Modena: bonus fino a 1.800 euro annui per medici di base che riducono prestazioni “superflue”. Fa discutere l’intesa con Fimmg

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Ausl Modena e Fimmg, sindacato dei medici di famiglia, hanno firmato un’intesa che introduce un incentivo economico per i medici di base che nel 2025 manterranno il numero di esami e visite specialistiche entro soglie definite. Si tratta di un bonus di 1,20 euro per ogni assistito, fino a circa 1.800 euro l’anno, pensato per premiare l’appropriatezza diagnostica e ridurre le prescrizioni giudicate superflue. L’accordo, per ora, si limita a 12 prestazioni tra le più richieste – dalle risonanze magnetiche alle Tac, dalle visite dermatologiche, oculistiche e otorinolaringoiatriche fino alle gastroscopie e colonscopie – e mira a liberare risorse per i pazienti che ne hanno effettivo bisogno.

L’esperimento dell’Ausl Modena, ovviamente, divide: per alcuni si tratta di un passo verso una sanità più efficiente e sostenibile; per altri di un precedente rischioso sul terreno, sempre fragile, della fiducia tra medico e paziente. “Non vogliamo spingere i medici a prescrivere indiscriminatamente meno – chiarisce il direttore generale dell’Ausl, Mattia Altini (foto) –, ma fornire loro strumenti e dati per valutare dove e come si può prescrivere meglio, incentivando comportamenti virtuosi”. Alla base del provvedimento, sostiene Altini, c’è l’idea di una “alleanza” tra medicina generale e specialistica per un uso più responsabile delle risorse pubbliche. “Ogni esame inappropriato – spiega – viene tolto a qualcuno che invece ne avrebbe necessità”.

Il provvedimento è stato adottato il 28 ottobre ed è operativo già per il 2025. Le soglie sono definite in rapporto alle prescrizioni effettuate nel 2024. In sostanza, chi manterrà il volume delle visite entro una certa variazione percentuale (il 25%) riceverà il bonus di 1,2 euro per ogni assistito, finanziato con fondi già destinati ai medici convenzionati. L’obiettivo dichiarato è duplice: contenere i cosiddetti iperconsumi di prestazioni e contribuire a ridurre le liste d’attesa, oggi tra le più critiche d’Italia.

Per ora la sperimentazione resta confinata al territorio dell’Ausl Modena, ma la discussione ha già varcato i confini locali. La Regione, chiamata in causa dal centrodestra, dovrà pronunciarsi. Se l’esperimento riuscirà a dimostrare che meno sprechi significano più cure per chi ne ha bisogno, Modena potrà diventare un laboratorio nazionale.

Al momento resta il nodo più delicato: chi decide cosa è davvero appropriato? Le linee guida servono certo  a orientare, ma la clinica resta un terreno di sfumature, dove due pazienti con la stessa diagnosi possono richiedere percorsi diversi. Lo stesso direttore generale dell’Ausl Modena ammette: “In taluni casi prescrivere la cosa giusta può significare anche aumentare le prestazioni”.

Le reazioni politiche e sindacali

Non tutti condividono la scelta dell’Ausl Modena. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno chiesto alla Regione Emilia-Romagna di esprimersi formalmente sull’intesa. Secondo loro il rischio è che “legare incentivi a un numero di prescrizioni può produrre effetti opposti: più accessi impropri al pronto soccorso e una corsa al privato”.

Divisi sono anche i sindacati. Se la Fimmg, maggioritaria, ha firmato l’accordo, Snami e Smi lo respingono in blocco. “Mai e poi mai incentivi per ridurre le prescrizioni”, scrive lo Snami modenese in una nota durissima, accusando la delibera di “introdurre un sospetto pericoloso agli occhi dei cittadini, come se il medico potesse essere più ‘appropriato’ perché pagato per esserlo”. Nei prossimi giorni gli studi dei medici aderenti al sindacato esporranno un cartello per spiegare ai pazienti che le scelte cliniche restano indipendenti da qualsiasi incentivo economico.

Il precedente del Veneto

L’iniziativa modenese non è un unicum: in Veneto, già nel 2023, un progetto simile prevedeva fino a 1 euro per paziente per chi riduceva le prescrizioni urgenti e gli esami ripetuti. Anche allora le reazioni furono contrastanti. Ma dentro alla stessa all’Emilia-Romagna, le impostazioni sono diverse. A Bologna la direttrice generale Anna Maria Petrini – fino a pochi mesi fa alla guida dell’Ausl Modena – precisa che nel capoluogo non sono previste misure analoghe: “Stiamo lavorando sull’appropriatezza attraverso il confronto costante con gli specialisti e un progetto di specialista on call, ma senza meccanismi di premialità”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Corriere della Sera

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