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Modena, la denuncia di Uil Fpl: “L’Ausl taglia gli stipendi di infermieri, amministrativi e personale tecnico”

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Modena, la denuncia di Uil Fpl: “L’Ausl taglia gli stipendi di infermieri, amministrativi e personale tecnico” 1
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Riceviamo e pubblichiamo una nota della sigla sindacale, corredata dalle dichiarazioni del segretario territoriale Nicola Russo.

Le sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, nel corso del mese di agosto, hanno comunicato ai lavoratori della Ausl Modena che il contratto aziendale sottoscritto il 19 luglio u.s. non aveva avuto il parere favorevole dei revisori dei  conti sia per il comparto dei dipendenti che per quello della dirigenza medica e sanitaria; questo parere favorevole è indispensabile per procedere al pagamento dei contratti aziendali.

Successivamente le stesse sigle sindacali hanno promosso, nel corso della mattinata di lunedì 1° ottobre, un presidio davanti alla sede della direzione generale Ausl per chiedere all’Azienda di rispettare il contratto aziendale sottoscritto il  19 luglio, che prevedeva il pagamento del saldo della produttività 2017, un bonus ulteriore di produttività pari  a 900.000 euro e il pagamento delle progressioni economiche orizzontali del 2018, nonché il proseguimento del  pagamento dell’acconto mensile di produttività.

Un nuovo presidio si è svolto nella giornata del 5 di ottobre, successivamente al quale c’è stato un incontro tra le  sigle sindacali e l’assessore regionale Venturi e il dg dell’Azienda di Modena, dott. Annicchiarico, che si è impegnato a ricercare soluzioni. Considerato che l’Azienda Ausl Modena non ha voluto sottoscrivere alcun impegno, sta succedendo che, già a partire da ottobre si è ridotto lo stipendio mensile del 10% per migliaia di lavoratori, e per questo si è indetto lo stato di agitazione di tutte le aziende sanitarie modenesi. Pertanto, nella giornata del 29 ottobre 2018, sono state convocate le parti presso la prefettura di Modena.

Considerato il problema sociale ed economico per migliaia di lavoratori, ci sarà un presidio dei lavoratori in viale Martiri Libertà, sotto la prefettura, dalle ore 10 alle ore 13. Purtroppo, migliaia di lavoratori padri e madri di famiglia sono in ginocchio.
La direzione aziendale è in piena confusione perché fino ad ora non ha saputo offrire uno sbocco alla crisi, si è dimostrata inadeguata, si è trincerata dietro alla responsabilità personale in capo alla direzione aziendale per non pagare quanto dovuto ai lavoratori.

È preoccupata solo della propria immagine, e per tutelarla non esita a lasciar passare l’idea che la situazione che si è venuta a creare sia anche colpa dei sindacati. Insomma, per giustificare il proprio fallimento, perché non tirare in ballo anche i sindacati? Dopotutto, i luoghi comuni funzionano sempre! Un accordo sulla valutazione “che tanto piace alla direzione” esisteva già ed era quello concordato il 5 ottobre alla presenza dell’assessore regionale Venturi. E in seguito la stessa azienda non l’ha voluto firmare!

La stessa Azienda non dice perché non vuole erogare il saldo del 2017, mentre lo ha fatto con la categoria dirigenziale, e non dice perché non vuole pagare i 900.000 euro ricavati dai sacrifici dei lavoratori che hanno collaborato alle riorganizzazioni e agli obiettivi del 2017. Mancano risposte anche per il pagamento delle progressioni economiche orizzontali del 2018. Ci troviamo di fronte a un danno economico sostanziale per la tenuta e la stabilità di migliaia di lavoratori dei profili delle professioni tecnico-sanitarie e amministrative.

Modena, la denuncia di Uil Fpl: “L’Ausl taglia gli stipendi di infermieri, amministrativi e personale tecnico”I lavoratori che riceviamo tutti i giorni come sindacato lanciano l’allarme: “Siamo stremati”. Nicola Russo, segretario della Uil Fpl Modena, ha spiegato il motivo del loro grido insofferente: “Bisogna dare atto che i lavoratori dell’Ausl Modena non ce la fanno più a sostenere ritmi di lavoro così intensi, dediti alle riorganizzazioni e sperimentazioni continue, alla copertura delle assenze, con ore di straordinario che non potranno mai essere pagate perché l’azienda non vuole mettere le mani nelle tasche del bilancio.

Lo svolgimento di prestazioni straordinarie è un chiaro sintomo della carenza d’organico in cui versa la sanità modenese, che tenderà a peggiorare visto che l’azienda non assumerà fino al 2019. Nel frattempo i lavoratori  si prestano con senso del dovere alle esigenze straordinarie, perché sono consapevoli che svolgono un’attività di primaria importanza, rivolta a persone in stato di bisogno. Ma è doveroso che l’azienda rispetti i dipendenti, pagando loro quanto previsto dal contratto e nei tempi dovuti”.

Oltre al mancato rispetto contrattuale, c’è anche un comportamento irrispettoso nei confronti dei lavoratori, che non si vedono pagati la produttività mensile e annuale, oltre allo straordinario e ai passaggi di fascia. Quanto sta accadendo a Modena è l’unica vicenda in Italia. L’appello degli infermieri: “È meglio che il direttore generale abbia più coraggio di quanto ne ha avuto finora, e apra un confronto esplicito e costruttivo con le parti sociali sui temi in discussione”.

Secondo i lavoratori, l’inasprirsi del conflitto sociale nei prossimi mesi di recessione dipenderà soltanto dal volere della direzione. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il pagamento della produttività.

“Non accetteremo – aggiungono i lavoratori – pacchetti prefeconfezionati o ispirati dai revisori dei conti. Finora i revisori hanno sempre dato il via libera alla produttività annuale, e non si capisce come mai si mettono le mani su un accordo del 2011solo oggi! La scelta di non pagare l’ha voluta fare da sola l’Azienda, e la reazione del sindacato è stata la diretta conseguenza di questa scelta”.

Il sindacato replica: “Verificheremo se ci sarà un cambiamento nella linea dell’Azienda e se alle parole del direttore corrisponderanno i fatti. Non è nostra intenzione fare del conflitto sociale una regola, ma è chiaro che l’azienda si illude, se pensa che possiamo sopportare una recessione del comparto. La combinazione di stipendi già bassi, con redditi reali decrescenti, e minore occupazione non è un buon viatico per la pace sociale. Per questo, nel confronto che si aprirà con l’Azienda, andremo a chiedere uno sblocco della situazione. È ora di dare risposte concrete per evitare il peggio”.

Redazione Nurse Times

 

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