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Aress Puglia nel caos: il direttore Migliore presente solo 4 giorni al mese ma incassa 120 mila euro l’anno

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Assenze, progetti che migrano altrove e personale in fuga: l’agenzia regionale sanitaria rischia il tracollo tra polemiche e silenzi istituzionali

L’articolo di Antonio Della Rocca del Corriere del Mezzogiorno (Vedi Articolo) mette a nudo una realtà scomoda: in Aress Puglia, l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale, il direttore generale Giovanni Migliore percepisce uno stipendio annuo lordo di 120 000 euro, ma si presenterebbe in ufficio appena 4–5 giorni al mese. A giugno, secondo fonti interne, solo due giornate effettive di presenza.

Il dato è tanto più rilevante se si considera che, secondo le stesse fonti, non esistono obblighi di timbratura, ma la percezione del compenso pubblico – comprensivo di eventuali premi fino a 30.000 euro lordi annui – resta intatta.

Una vicenda che sta suscitando attenzione mediatica e discorsi nelle chat tra gli addetti ai lavori, mettendo in luce possibili criticità organizzative.

Nessuna smentita da parte del diretto interessato. Contattato telefonicamente dal giornalista del CDM, Migliore ha dichiarato:

“Non ci sono assolutamente problemi. L’attività gestionale prosegue secondo gli obiettivi dell’Agenzia. La valutazione su assenze e presenze spetta solo al datore di lavoro, che in questo caso sono io”.

Programmi strategici in fuga

Parallelamente, l’Aress sembra perdere progressivamente peso nel panorama della sanità pugliese. Tra le criticità segnalate:

  • Il programma CO‑ReHealth per la telemedicina e le reti cliniche starebbe per passare sotto la diretta gestione del Dipartimento Salute.
  • Le COT (Centrali Operative Territoriali), nodi fondamentali per il coordinamento dei pazienti cronici, sono oggetto di ricollocazioni gestionali.
  • Anche il progetto per la digitalizzazione dei DEA (Dipartimenti di Emergenza e Accettazione) sarebbe ormai fuori dall’orbita operativa dell’Agenzia.

A peggiorare il quadro, il progressivo svuotamento dell’organico interno. Secondo l’inchiesta del CDM il team CO‑ReHealth ha perso un dirigente per pensionamento, un tecnico ha lasciato definitivamente e un altro ha rifiutato di assumere responsabilità legate al progetto.

Una domanda inevitabile: “Di Aress cosa resterà?”

La combinazione di assenze dirigenziali, fuga di personale e trasferimento dei programmi genera un interrogativo che, come suggerisce il giornalista Della Rocca, suona quasi retorico:

“Di Aress, cosa resterà?”

La vicenda solleva interrogativi cruciali su come vengono gestite le risorse pubbliche in ambito sanitario. Mentre il dg incassa regolarmente lo stipendio, i programmi strategici vengono riallocati altrove e l’organizzazione interna si sfalda. Toccherà ora alla Regione Puglia – e al presidente Michele Emiliano – fornire risposte chiare su quanto sta accadendo dentro una delle agenzie più importanti del sistema sanitario regionale.

Redazione NurseTimes

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