“Il posto di lavoro come una trincea. È così che vivono gli operatori sanitari, oggetto costante di episodi di violenza ai loro danni. Come quello accaduto all’ospedale Grassi di Ostia, dove il figlio di una paziente, in evidente stato di alterazione, ha aggredito selvaggiamente, colpendoli con ferocia, due medici e tre infermieri. Per lui, in possesso anche di un coltello rinvenuto nella sua automobile, è scattato l’arresto in flagranza di reato, come stabilito dalle nuove norme. Che però, è palese, non fermano l’escalation di folle violenza nei confronti dei professionisti della salute”. Lo dichiara in una nota Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute.
“Il rischio di vedere trasformare in tragedie queste aggressioni, come già accaduto, è altissimo – prosegue -. Per questo chiediamo al presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, di andare oltre alle parole di sdegno e di assumere tutte le iniziative per la difesa di questi lavoratori. Bisogna rafforzare la presenza delle forze dell’ordine in prossimità dei reparti più a rischio, verificare il funzionamento degli impianti di videosorveglianza, ove presenti, e predisporne l’istallazione, se assenti. Bisogna prendere esempio dalla Lombardia, che sta sperimentando braccialetti antiaggressione in dotazione a tutti gli operatori collegati con le centrali operative. Non c’è più tempo. Bisogna attivarsi con la massima celerità per la sicurezza degli operatori”.
Redazione Nurse Times
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