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Genova, infermiere colpito con testata a Villa Scassi. UGL Salute: “La misura è colma”

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Genova, infermiere colpito con testata a Villa Scassi. UGL Salute: "La misura è colma"
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E’ un 64enne senza fissa dimora l’utore dell’aggressione avvenuta verso le 7 di domenica mattina ai danni di un infermiere del pronto soccorso di Villa Scassi di Sampierdarena, a Genova. L’uomo, che si era recato all’ospedale la sera precedente per dormire nella sala d’attesa, il mattino seguente si è rivolto al Triage per essere visitato, spiegando di accusare prurito.

Quando però l’infermiere lo ha invitato a registrarsi e ad attendere il proprio turno gli ha sferrato una testata, per poi insultarlo pesantemente. Sul posto è intervenuta une volante della polizia e gli agenti hanno arrestato l’uomo, che ha continuato a inveire contro il sanitario colpito. Le accuse sono di violenza e minaccia a incaricato di pubblico servizio e lesioni personali aggravate.

Gianluca Giuliano

Sulla vicenda dell’aggressione a Genova, una delle tante che stanno riempiendo le pagine di cronaca nera in questi giorni, è intervenuto Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute: “Ancora aggressioni. Dopo quella di Battipaglia, arriva la notizia di un infermiere in servizio al Triage del Pronto Soccorso dell’ospedale Villa Scassi, nel quartiere di Sampierdarena, a Genova, colpito da una violentissima testata da un paziente, un uomo senza fissa dimora, che pretendeva di essere visitato senza registrarsi”.

E ancora: “Non passa giorno che non si legga qualche drammatica notizia e la misura è francamente colma. Le parole non bastano più: servono fatti concreti, che vadano oltre quanto fatto fino ad oggi. Si vede che l’approvazione della denuncia d’ufficio per chi si rende protagonista di aggressioni al personale sanitario non scoraggia i malintenzionati”.

Quindi la richiesta: “Chiediamo che si acceleri al massimo l’istituzione dei presidi di pubblica sicurezza in ogni nosocomio italiano, che vengano montati pulsanti antiaggressione nell’accoglienza dei pronto soccorso e nei reparti, che i professionisti vengano dotati di body cam. E alle lodevoli giornate di formazione in comunicazione, che tanti ospedali stanno predisponendo, si aggiungano corsi pratici di autodifesa per tutti i lavoratori. Non c’è più tempo da perdere. La misura è colma, non vogliamo piangere altri morti”.

Redazione Nurse Times

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