La Fnopi esprime gratitudine per quanto donato da Emma Carli alla professione e partecipa al dolore della famiglia.
Si è spenta a Brescia, all’età di 80 anni, Emma Carli, professoressa di Scienze infermieristiche che dal 1994 al 2000 ha guidato per due mandati consecutivi la Federazione nazionale degli infermieri, allora Ipasvi. Direttrice per molti anni della Scuola per assistenti sanitari, prima di essere eletta nel comitato centrale della Federazione, dal 1991 al 1994 era stata al vertice del Collegio Ipasvi di Brescia.
Colta, riservata, timida e tenace, alla figura di Emma Carli sono legati i momenti più significativi del percorso di crescita e sviluppo della professione infermieristica, accompagnandola nel nuovo millennio. Dal profilo professionale al patto infermiere cittadino, dal nuovo Codice deontologico fino al superamento del mansionario con l’approvazione della Legge 42/99: sono tutte tappe del percorso di rappresentanza professionale compiuto dall’allora presidente Carli.
Rispetto all’approvazione della Legge 42, in un editoriale pubblicato sulla rivista L’Infermiere (gennaio-febbraio 1999), Emma Carli invitava i lettori a non dimenticare il lungo lavoro che aveva preceduto i successi appena raggiunti, “frutto delle continue pressioni e proposte via via formulate dalla rappresentanza professionale e soprattutto dal quotidiano lavoro degli infermieri. Un impegno che, da un lato, è dimostrazione concreta di serietà delle richieste formulate, dall’altro, rappresenta uno strumento e una risorsa insostituibili per il sistema sanitario”.
Per Emma Carli, la Legge 42 era stata determinante, perché “ci riconosce professione sanitaria e ci libera dalla logica del mansionario, affermando la nostra responsabilità e competenza nell’ambito del campo di attività delineato dal profilo, dalla formazione e dal Codice deontologico. Finalmente è dato il giusto rilievo al contributo infermieristico al processo di assistenza e cura”.
E le sue parole, nell’ultimo editoriale della rivista a dicembre 1999, oggi sembrano più attuali che mai. “La nostra continua presenza – scriveva -, la capacità di assumere decisioni in momenti critici, di collaborare con competenza, di essere vicini alla persona con problemi di salute, di assumere responsabilità sia nelle cure a domicilio, sia nelle aree critiche, sia nei settori generalisti, trova così un riscontro concreto”.
Redazione Nurse Times
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