“Avevamo già inviato una diffida formale a tutte le aziende sanitarie d’Italia, ai presidenti di Regione e all’Agenzia delle Entrate, ma le Asl ci hanno risposto, in sostanza, che non gliene fregava niente e che avrebbero effettuato comunque la trattenuta nelle buste paga di novembre. Cosa che è effettivamente successa”. Così Andrea Bottega (foto), segretario nazionale del sindacato Nursind, commenta per il Fatto Quotidiano l’interpretazione restitittiva fornita dall’Agenzia delle Entrate in merito all’esclusione della pronta disponibilità dagli straordinari soggetti a tassazione agevolata (imposta sostitutiva del 5%, prevista dalla Legge n. 207/2024).
Un’interpretazione definita “incomprensibile sul piano giuridico e incoerente su quello economico” da Nursind, che adesso tira però un sospiro di sollievo, alla luce del documento ufficiale con cui il Governo ha smentito l’Agenzia delle Entrate, precisando che tutte le prestazioni aggiuntive del personale infermieristico vanno considerate unitariamente, senza distinzioni tra causali e tipologie. “Ora ci aspettiamo che l’Agenzia delle Entrate faccia un passo indietro e comunichi che la sua interpretazione era scorretta – prosegue Bottega -. E siamo in attesa anche di un parere chiarificatore dal ministero della Salute”.
Resta da capire come faranno gli infermieri a recuperare ciò che spetta loro, visto che in diverse regioni le aziende sanitarie hanno indebitamente alleggerito la busta paga di migliaia di lavoratori, avviando un recupero fiscale che l’Agenzia delle Entrate ha erroneamente avallato, e chiedendo indietro una somma netta compresa tra 50 e diverse centinaia di euro.
Ciò che più amareggia Bottega è che in un momento delicato come quello attuale, caratterizzato da forti criticità per la professione, le aziende si siano mosse con decisione per smantellare una delle poche misure che effettivamente valorizza il ruolo degli infermieri: “È ormai noto a tutti – afferma il segretario Nursind – che in Italia mancano decine di migliaia di professionisti, se non di più. Tutti gli studi italiani e internazionali lo ribadiscono. Come possiamo giustificare questo accanimento su una categoria di cui il Ssn ha così drammaticamente bisogno?”.
Redazione Nurse Times
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