Maridebart cafraglutide (in sigla, MariTide), sviluppato da Amgen, è un farmaco sperimentale per l’obesità e il diabete che agisce contemporaneamente su due fronti biologici: stimola il recettore GLP‑1 e blocca quello GIP.
MariTide è costituito da un anticorpo monoclonale coniugato a due peptidi GLP‑1. Il suo punto di forza? Si inietta una volta al mese, migliorando l’aderenza rispetto alle alternative settimanali.
Studi: risultati della fase II
- Obesità senza diabete: perdita media del 20 % del peso corporeo (contro il 2,6 % del placebo) dopo 52 settimane.
- Obesità con diabete di tipo 2: fino a 17 % di perdita ponderale (contro 1,4 % del placebo), con una riduzione dell’HbA1c fino a 2,2 punti percentuali.
- Nessuna “plateau” dopo 12 mesi: continua la perdita di peso.
- Parametri cardiometabolici migliorati: pressione, lipidi, PCR.
Aspetti negativi e criticità
- Effetti gastrointestinali: nausea, vomito, costipazione, mal di testa, frequenti soprattutto nelle prime dosi; fino al 27 % ha abbandonato il trattamento ad alte dosi, ma in gruppi con dosaggio graduale la dismissione è scesa intorno al 7‑8 %.
- Timori degli investitori: i risultati economici di Amgen sono calati del 6 %, ma la società ha già introdotto uno schema di titolazione più lento per la fase III.
Prossimi passi: studi di fase III e uso futuro
- In corso lo studio di fase III (“MARITIME”), con studio su 72 settimane e dosi incrementali per ridurre gli effetti collaterali gastrointestinali.
- Si stanno avviando trial anche su cardiopatia, insufficienza cardiaca e apnea notturna, grazie ai benefici sistemici osservati.
- Amgen prevede una possibile approvazione verso il 2027, iniziando a strutturare i mercati con un potenziale di 26 milioni di dollari nei primi anni.
Conclusioni
MariTide potrebbe davvero essere il game changer della terapia anti‑obesità: efficacia simile ai migliori GLP‑1 oggi disponibili (15–25 % di perdita di peso), con il vantaggio competitivo di un’iniezione mensile. Tuttavia l’alto tasso di effetti avversi gastrointestinali e i ritardi dovuti all’ottimizzazione della titolazione ne richiedono una valutazione cauta. Da seguire con attenzione, soprattutto dopo i risultati della fase III: se confermati, potrebbero segnare l’alba di una svolta terapeutica e commerciale.
Redazione Nurse Times
Artricoli correlati
- Scompenso cardiaco: casi spesso associati all’obesità
- Obesità, commissione di esperti propone importante revisione della diagnosi
- Obesità, nuova terapia genica converte grassi cattivi in buoni
- Unisciti a noi su Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
- Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
- Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
- Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
- Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento