Misterbianco, cronaca di un dramma familiare: i carabinieri indagano sull’episodio che ha coinvolto una madre seguita per disturbi psicologici aggravati dalla depressione post partum
Una bambina di sette mesi è deceduta dopo essere stata gettata dalla madre dal balcone di un’abitazione a Misterbianco, nel Catanese. Sul posto sono intervenuti carabinieri e 118, senza riuscire a salvare la piccola. La madre, 40 anni, era seguita per disturbi psichici e depressione post partum, mentre il padre è stato ricoverato per shock. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario. Di seguito i dettagli, il contesto psicologico e le implicazioni legali di questa notizia di cronaca e attualità.
Cronaca dell’incidente
Intorno alle 13:30 di oggi 30 aprile, in via Marchese a Misterbianco (CT), una madre di 40 anni ha scagliato la propria figlia di sette mesi oltre il parapetto del balcone al secondo piano della sua abitazione. Passanti e vicini hanno immediatamente allertato i soccorsi: i carabinieri hanno raggiunto rapidamente il luogo, mentre il personale del 118 ha tentato disperatamente di rianimare la neonata, senza esito. La bimba è deceduta prima dell’arrivo al Policlinico di Catania.
Il padre, presente al momento del tragico evento, è stato colto da un improvviso malore per lo choc emotivo ed è stato anch’egli trasportato in ospedale in codice giallo per accertamenti medici. Al momento non risultano feriti né altri coinvolti fisicamente, ma la comunità locale è sotto shock per la gravità dei fatti.
Profilo della madre e depressione post partum
La donna, già seguita da un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale di Catania, soffriva di disturbi psichici cronici, aggravati da una grave forma di depressione post partum. Questo disturbo, rientrante tra le complicanze psicologiche che possono colpire le neomamme, si manifesta in un periodo che va dalle prime settimane ai sei mesi dopo il parto e include sintomi quali:
- Umore depresso persistente e pianto ingestibile
- Difficoltà di legame affettivo con il neonato
- Pensieri intrusivi di danno verso sé o verso il bambino
- Insonnia prolungata o ipersonnia
Secondo dati dell’Istituto Superiore di Sanità, la depressione post partum colpisce fino al 15% delle madri in Italia e, se non adeguatamente diagnosticata e trattata, può portare a esiti estremamente gravi, inclusi gesti autolesionisti o violenti. In questo caso, la confluenza di un quadro psicopatologico preesistente e dello stato depressivo post partum ha tragicamente innescato un episodio di violenza estrema.
Aspetti legali e inchiesta
La Procura di Catania ha aperto un fascicolo per omicidio volontario nei confronti della madre, disponendo il sequestro dell’abitazione e acquisendo cartelle cliniche, testimonianze di familiari e vicini, nonché referti dei carabinieri del Ris. Gli inquirenti dovranno stabilire la capacità di intendere e di volere al momento del gesto, valutando l’efficacia delle terapie psicofarmacologiche in corso e le responsabilità dell’amministratore di sostegno.
Nel frattempo, il Tribunale potrebbe nominare un perito psichiatra per eseguire perizie approfondite sullo stato mentale della donna. Se confermata l’incapacità di intendere propriamente al momento del fatto, potrebbe profilarsi un’attenuante di vizio parziale di mente, benché la gravità del reato imponga al sistema giuridico un’attenta valutazione degli interventi di tutela e cura.
Ripercussioni sociali e supporto alle famiglie
Questo drammatico episodio riaccende il dibattito sull’importanza della diagnosi precoce e del trattamento della depressione post partum nelle neomamme. Le best practice internazionali raccomandano:
- Screening routinario: valutazioni obbligatorie della salute mentale nelle visite pediatriche e ostetriche.
- Supporto psicologico e gruppi di sostegno: percorsi di ascolto e condivisione del vissuto emotivo.
- Intervento multidisciplinare: sinergia tra ginecologi, psicologi, psichiatri e assistenti sociali.
Le “linee guida sulla salute mentale perinatale” promosse dal Ministero della Salute indicano percorsi di cura integrati che dovrebbero ridurre il rischio di esiti drammatici come quello registrato a Misterbianco. Altre famiglie possono trarre insegnamento dall’importanza di riconoscere tempestivamente i segnali d’allarme e di rivolgersi ai centri di salute mentale territoriali.
Redazione NurseTimes
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