Durante il suo intervento in Commissione affari sociali alla Camera il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non ha toccato solo i temi del personale gettonista e degli accessi impropri in pronto soccorso (vedi articolo), ma ha anche parlato delle aggressioni ai sanitari e del sempre minore interesse dei giovani per alcune specializzazioni mediche.
“Negli ultimi tempi è stato registrato un notevole incremento degli episodi di aggressione nei confronti di dei professionisti sanitari e socio-sanitari – ha detto Schillaci -. Tale fenomeno concorre chiaramente a rendere sempre più insostenibili le condizioni di lavoro degli operatori sanitari. Spesso si tratta di forme di violenza provenienti dagli stessi pazienti o dai loro caregiver, che si traducono in aggressioni fisiche, verbali o di comportamento”.
Sempre Schillaci: “Proprio per contrastare questo fenomeno, con il Decreto legge n. 34 del 2023, convertito in Legge n. 56 del 2023, sono state adottate specifiche disposizioni volte da un lato ad aggravare le pene in caso di lesioni ai professionisti sanitari e socio-sanitari con un’apposita fattispecie di reato, dall’altro a consentire con ordinanza del questore la costituzione di posti fissi della Polizia di Stato nelle strutture ospedaliere pubbliche e private dotate di un reparto di emergenza-urgenza”.
Passando all’interesse in calo dei giovani per alcune specializzazioni mediche, Schillaci ha dichiarato: “Noto con un po’ di preoccupazione e anche un po’ di dolore il fatto che, se andiamo a vedere le specialità più scelte dai giovani, non da quest’anno ma da almeno tre anni sono tutte specialità nelle quali è possibile svolgere una libera professione autonoma. Da professore universitario in aspettativa credo che sia necessario che l’università faccia una riflessione all’interno dei corsi di laurea, perché chi sceglie di fare il medico non può pensare di avere solo un fine economico”.
Sullo stesso tema Schillaci ha aggiunto: “Per chi opera nel pronto soccorso e nell’emergenza urgenza, oltre a incrementare l’indennità di specificità, è stato anche dato un vantaggio pensionistico”. Ma questa non è l’unica area a scontare una mancanza di appeal fra i giovani medici. “In Italia, stando alle statistiche recenti, ben 11 scuole di specializzazione hanno una scelta dei posti totali messi a concorso che non supera il 50%”.
E ancora: “Tra queste specializzazioni, oltre al pronto soccorso, da medico guardo con grande dispiacere il fatto che discipline fondamentali per il funzionamento di un ospedale, quali l’anatomia patologica o la radioterapia, vengono scelte molto poco dai giovani. Bisogna pensare a un sistema globale di ristrutturazione, a rendere più attrattive alcune specializzazioni, e ci stiamo lavorando insieme al Mur. Ma bisogna anche far capire a chi sceglie di fare il medico che la scelta non può basarsi su un parametro economico”.
Redazione Nurse Times
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