Indagini a Pordenone dopo il decesso di Valentina Salmistraro: autopsia disposta e cinque sanitari iscritti nel registro degli indagati, la famiglia chiede chiarezza
Una tragedia che ha scosso la comunità locale e posto interrogativi sulla vigilanza in reparto. Valentina Salmistraro, 46 anni, residente ad Azzano Decimo e madre di due figli, è deceduta dopo una caduta nel bagno della stanza dove era ricoverata al reparto di Neurologia dell’ospedale Santa Maria degli Angelidi Pordenone. La vicenda è ora oggetto di indagini della Procura: l’autopsia è stata disposta e sono state aperte verifiche per chiarire dinamica e responsabilità.
Che cosa è accaduto
Secondo la ricostruzione fornita ai media e alla stampa locale, la donna era stata ricoverata il 16 agosto per forti dolori alle gambe che le impedivano di camminare. Dopo accertamenti clinici, il 22 agosto le sarebbe stata diagnosticata la sclerosi multipla; le erano state somministrate terapie farmacologiche, tra cui cortisone. La mattina del 29 agosto Valentina aveva detto al marito che sarebbe stata dimessa e che sarebbe andata in bagno: poche ore dopo è stata trovata esanime nel bagno della stanza, intorno alle 8:15, e la direzione sanitaria ha poi comunicato il decesso.
Le indagini e gli atti formali
A seguito della denuncia presentata dal marito, i carabinieri hanno avviato accertamenti e la Procura della Repubblica di Pordenone ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. In vista dell’esame autoptico sono stati notificati avvisi di garanzia a cinque operatori sanitari come atto dovuto per permettere loro di nominare consulenti di parte. L’autopsia è considerata un accertamento irripetibile che potrà chiarire la causa immediata del decesso e la possibile presenza di eventuali omissioni nelle cure o nella sorveglianza.
Le versioni delle parti: cosa dice il marito e cosa risponde l’azienda
Il marito, Ghani Mohamed, ha dichiarato ai media locali che la moglie era stata lasciata da sola per diverse ore nonostante la diagnosi e la terapia che le causava sonnolenza. «Vogliamo la verità», ha detto, sostenendo che non sia normale che una paziente con quelle condizioni resti incustodita per così tanto tempo.
L’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (ASFO), di cui il Santa Maria degli Angeli fa parte, ha annunciato l’apertura di un’indagine interna e, tramite il direttore generale Giuseppe Tonutti, ha dichiarato che non si escludono ipotesi e responsabilità ma che al momento occorre attendere l’esito degli accertamenti e dell’autopsia per poter pronunciarsi. Tonutti ha inoltre indicato che il personale era passato in stanza nelle ore precedenti, ipotizzando anche la possibilità di un malore improvviso; la posizione degli iscritti è ora da chiarire con le perizie.
Contesto clinico e sicurezza del paziente
La vicenda solleva questioni di sanità pubblica e di gestione del rischio clinico: in pazienti neurologici affetti da sclerosi multipla o in terapia con farmaci che inducono sonnolenza è prassi valutare la necessità di sorveglianza, ausili alla mobilità e protocolli di dimissione protetta. Le linee guida e le raccomandazioni ministeriali sulla sicurezza delle cure raccomandano procedure di valutazione del rischio di caduta e piani assistenziali mirati per i pazienti a rischio; eventuali discrepanze tra pratica locale e raccomandazioni potranno emergere dagli accertamenti. Per approfondire: raccomandazioni del Ministero della Salute sulla sicurezza delle cure.
Implicazioni legali e procedurali
L’apertura del fascicolo per omicidio colposo e la notifica di avvisi di garanzia sono atti tecnici che consentono ai sanitari di nominare periti e partecipare agli accertamenti; non implicano una responsabilità già accertata. L’autopsia e le consulenze tecniche definiranno gli elementi medico-legali utili alla Procura, che avrà poi la possibilità di disporre ulteriori chiarimenti o, in caso contrario, archiviare il procedimento.
Redazione NurseTimes
Fonti:
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