La Regione Piemonte è al centro di una controversia per aver diffuso informazioni obsolete riguardanti il vaiolo delle scimmie, suscitando preoccupazione per la stigmatizzazione di persone LGBTQ+.
La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha recentemente trasmesso una circolare alle direzioni delle ASL locali, in cui si fa riferimento a categorie “ad alto rischio” per il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, il documento si basa su una circolare del Ministero della Salute risalente al 5 agosto 2022, ignorando le più recenti indicazioni ministeriali aggiornate il 19 agosto 2023.
Nella circolare del 2022, il Ministero della Salute aveva incluso tra le categorie a rischio persone gay, bisessuali, transgender e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, raccomandando la vaccinazione per queste persone. Le categorie a rischio comprendevano anche chi aveva avuto più partner sessuali nei tre mesi precedenti, partecipato a eventi sessuali di gruppo o frequentato locali come saune e club dedicati a incontri sessuali. Tali raccomandazioni, tuttavia, sono state riviste alla luce di nuove evidenze scientifiche.
L’uso di questa circolare superata da parte della Regione Piemonte ha suscitato critiche, poiché l’associazione tra orientamento sessuale e rischio di infezione potrebbe alimentare la stigmatizzazione di specifici gruppi di persone. Organizzazioni e attivisti per i diritti LGBTQ+ hanno espresso preoccupazione per le potenziali conseguenze di questa comunicazione errata.
In risposta alle polemiche, la Direzione Sanità della Regione Piemonte ha dichiarato di essersi attenuta alle indicazioni del Ministero della Salute.
Tuttavia, la scelta di utilizzare informazioni ormai datate ha evidenziato una mancanza di aggiornamento che potrebbe portare a incomprensioni e a una gestione non ottimale della comunicazione sanitaria.
L’importanza di una corretta e aggiornata comunicazione delle informazioni sanitarie è cruciale, soprattutto quando si tratta di malattie infettive come il vaiolo delle scimmie. Utilizzare dati superati non solo può compromettere la fiducia del pubblico nelle istituzioni sanitarie, ma anche contribuire alla diffusione di stereotipi dannosi, specialmente nei confronti di comunità già vulnerabili.
Questa vicenda mette in luce la necessità di un costante aggiornamento delle linee guida e delle comunicazioni ufficiali da parte delle istituzioni sanitarie, per garantire una gestione efficace e rispettosa delle emergenze sanitarie. La corretta informazione è fondamentale per combattere la disinformazione e tutelare la salute pubblica senza discriminazioni.
Redazione NurseTimes
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