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Vaiolo delle scimmie: le risposte alle domande più frequenti

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Vaiolo delle scimmie, aumentano i casi: possibili quarantene e sorveglianza passiva. E sul vaccino...
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Di seguito una selezione delle Faq alle quali ha risposto il ministero della Salute.

Cos’è il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX) è una malattia causata dal virus del vaiolo delle scimmie (MPXV). È una zoonosi virale cioè può diffondersi dagli animali all’uomo ma può anche diffondersi tra le persone.

Quali sono i sintomi?

Il vaiolo delle scimmie si può presentare clinicamente in modo differente: alcune persone presentano sintomi lievi, raramente asintomatiche, altre possono sviluppare sintomi più gravi e quindi necessitare l’ospedalizzazione. Le persone a più alto rischio di malattie gravi o complicanze sono le donne in gravidanza, i bambini e le persone immunocompromesse. I sintomi più comuni del vaiolo delle scimmie includono febbre, sonnolenza, dolori muscolari e mal di testa.

L’eruzione cutanea si sviluppa di solito da uno a tre giorni dopo l’inizio della febbre ma può anche presentarsi prima dei sintomi generali. Interessa soprattutto le aree ano-genitali, il tronco, le braccia e le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi, a volte le lesioni possono essere scarse e/o limitate solo alle aree genitali o peri-anali. Nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo. Le lesioni cutanee spesso si presentano come macule, che tendono ad evolversi in papule, vescicole, pustole, croste.

I sintomi in genere durano da due a tre settimane e di solito scompaiono da soli o con cure di supporto, come farmaci per il dolore o la febbre. Il periodo infettivo deve essere considerato a partire dalla comparsa dei primi sintomi fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle. Chiunque abbia sintomi compatibili con il vaiolo delle scimmie o che è stato a contatto stretto con un caso confermato di MPX deve consultare subito il proprio medico curante.

Come si diffonde da persona a persona?

Una persona affetta da vaiolo delle scimmie è infettiva a partire dalla comparsa dei sintomi prodromici fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle. La trasmissione può avvenire attraverso il contatto fisico stretto (faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle), compresa l’attività sessuale, con una persona infetta, con i suoi fluidi corporei o le sue lesioni cutanee. Non è ancora noto se il virus possa essere trasmesso sessualmente attraverso i fluidi genitali.

Il virus può essere trasmesso anche da oggetti contaminati quali vestiti, lenzuola, asciugamani, posate, dispositivi elettronici e superfici. Ulcere, lesioni o piaghe della bocca possono essere infettive e il virus può diffondersi attraverso il contatto diretto con la bocca, droplet respiratorie e probabilmente attraverso aerosol a corto raggio.

Il virus può anche diffondersi da una donna in gravidanza al feto, dopo la nascita attraverso il contatto pelle a pelle, o da un genitore infetto a un neonato o bambino per contatto stretto. Le persone che sono contatto stretto, compresi gli operatori sanitari, i membri della famiglia e i partner sessuali, sono quindi a maggior rischio di infezione.

Come si diffonde dagli animali agli esseri umani?

Il vaiolo delle scimmie può diffondersi alle persone quando entrano in contatto fisico con un animale infetto. Gli ospiti animali sono roditori e primati. Il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie dagli animali può essere ridotto evitando il contatto non protetto con animali selvatici, in particolare quelli malati o morti. Nei paesi endemici in cui gli animali sono portatori del vaiolo delle scimmie, tutti gli alimenti contenenti carne o parti di animali devono essere cucinati accuratamente prima di essere ingeriti.

Chi è a rischio di contrarlo?

La maggior parte dei casi segnalati di vaiolo delle scimmie è stata rilevata nei maschi tra i 18 e i 50 anni e, per ora, principalmente – ma non esclusivamente – tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM). Tuttavia, il virus può essere trasmesso a tutti. Le persone più a rischio sono quelle che convivono o che hanno contatti stretti (compreso il contatto sessuale) con un caso di vaiolo delle scimmie, o che hanno contatti regolari con animali che potrebbero essere infetti. Gli operatori sanitari che assistono pazienti con sospetto o accertato vaiolo delle scimmie devono seguire le misure di prevenzione e controllo delle infezioni (PCI) per proteggersi.

I neonati, i bambini piccoli e le persone immunocompromesse possono essere a rischio di forme più gravi e, in rari casi, di decesso per vaiolo delle scimmie. Le persone vaccinate contro il vaiolo possono avere una certa protezione contro il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, è improbabile che i giovani siano stati vaccinati contro il vaiolo perché tale vaccinazione in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. Le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo devono continuare a prendere precauzioni per proteggere sé stessi e gli altri.

Come proteggere se stessi e gli altri?

Per proteggere sé stessi e ridurre il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie:

  • evitare il contatto stretto con casi sospetti o confermati di MPX e con animali infetti;
  • pulire e disinfettare gli ambienti che potrebbero essere stati contaminati da una persona malata.

Per proteggere gli altri: se si pensa di avere il vaiolo delle scimmie, informare il medico curante, isolarsi dagli altri ed evitare i contatti stretti, compresa l’attività sessuale, fino ad esclusione di MPX. In caso di conferma della malattia, isolarsi dagli altri fino alla caduta delle croste dell’eruzione cutanea, che indica la fine dell’infezione. Questo impedirà di trasmettere il virus ad altri.

In presenza di segni e sintomi che non richiedono ricovero, il caso confermato – se le condizioni abitative e igienico-sanitarie lo consentono – può essere seguito al domicilio, in regime di isolamento anche rispetto ai conviventi ed eventuali altre persone che prestano assistenza. Il soggetto sarà informato dalle autorità sanitarie locali circa il rispetto di tutte le misure igienico-comportamentali da attuare al fine di prevenire la diffusione della malattia ad altre persone.

Cosa fare se si pensa di avere la malattia o di essere entrati in contatto con una persona malata?

Si raccomanda per i contatti stretti di un caso confermato di vaiolo delle scimmie:

  • auto-monitoraggio della febbre (almeno due volte al giorno) o di altra sintomatologia riconducibile a MPX (mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia ecc.) o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione al caso. All’eventuale comparsa dei sintomi, informare tempestivamente il Dipartimento di Prevenzione e il medico curante, auto-isolarsi e evitare i contatti stretti compresa l’attività sessuale fino ad esclusione di MPX;
  • astenersi dalle attività sessuali per 21 giorni dopo l’ultima esposizione o finché non si esclude l’MPX;
  • praticare un’attenta igiene delle mani e respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi spesso le mani);
  • evitare il contatto con persone immunocompromesse, bambini sotto i 12 anni e donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione;
  • evitare il contatto stretto diretto con animali, inclusi gli animali domestici, per 21 giorni dopo l’ultima esposizione;
  • evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre si è in regime di sorveglianza.

I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola (la quarantena non è necessaria). Le autorità sanitarie locali possono scegliere di escludere i bambini in età prescolare da asili nido, scuole materne o altri ambienti di gruppo. In specifici contesti ambientali ed epidemiologici, sulla base delle valutazioni delle autorità sanitarie, potrebbe essere richiesta l’applicazione di misure quarantenarie.

Quando fare i test diagnostici?

La decisione di eseguire il test deve essere basata su criteri sia clinici che epidemiologici. Il tipo di campione raccomandato per l’esecuzione dei test è il materiale prelevato dalle lesioni cutanee, inclusi i tamponi di essudato della lesione, frammenti di cute prelevati dalla superficie di più lesioni, o croste della lesione. La conferma dell’infezione da MPXV è basata su test PCR e/o real-time PCR, usati da soli o in combinazione col sequenziamento. I test sierologici sono utili, ma da soli non sono sufficienti per la diagnosi di infezione da MPXV. I laboratori per l’esecuzione dei test diagnostici devono avere dei requisiti minimi fondamentali di biosicurezza e capacità diagnostiche adeguate.

Esiste un vaccino?

Recentemente è stato approvato un vaccino per prevenire il vaiolo delle scimmie. L’OMS attualmente non raccomanda la vaccinazione di massa. I vaccini attualmente disponibili contro il virus del vaiolo possano garantire una certa efficacia anche nei confronti della malattia del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi al momento siano ancora limitati. I vaccini originali contro il vaiolo non sono più disponibili al pubblico. È improbabile che le persone di età inferiore ai 40-50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981. Il vaiolo è la prima malattia al mondo ad essere stata dichiarata eradicata nel 1980.

Al momento, la modalità di contagio e la velocità di diffusione, così come l’efficacia delle misure non farmacologiche fanno escludere la necessità di una campagna vaccinale di massa. Tenuto conto dell’attuale scenario epidemico e della limitata disponibilità di dosi, la vaccinazione, come profilassi pre-esposizione a partire dai 18 anni di età, verrà offerta inizialmente a:

  • personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus.
  • persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), che rientrano nei seguenti criteri di rischio:
  • storia recente (ultimi 3 mesi) con più partner sessuali;
  • partecipazione a eventi di sesso di gruppo;
  • partecipazione a incontri sessuali in locali/club/cruising/saune;
  • recente infezione sessualmente trasmessa (almeno un episodio nell’ultimo anno);
  • abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche (Chemsex).

La vaccinazione comincerà nelle Regioni con il più alto numero di casi segnalati: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto.

JYNNEOS (MVA-BN) è un vaccino indicato per la prevenzione del vaiolo e del vaiolo delle scimmie nei soggetti a partire dai 18 anni di età, ad alto rischio di infezione. In caso di vaccinazione primaria (soggetti non vaccinati in precedenza contro il virus del vaiolo o con MVA-BN): due dosi (0.5 mL) a distanza di almeno quattro settimane (28 giorni) l’una dall’altra. Per la vaccinazione di richiamo: una sola dose (0.5 mL) a chiunque abbia ricevuto in passato almeno una dose di vaccino antivaiolo o di MVA-BN o che abbia concluso il ciclo vaccinale di due dosi di MVA-BN da oltre due anni.

Redazione Nurse Times

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