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Università rumena a Enna: ok dal giudice. Miur: corsi non accreditati

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“L’istituzione di un’Università non può avvenire per libera iniziativa di privati cittadini, ma deve avere un percorso preciso, in questo caso del tutto inesistente”. Così il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, interveniva lo scorso settembre sul caso dell’istituzione di corsi di laurea in ambito medico-sanitario a Enna. Il Miur aveva così diffidato i soggetti coinvolti, il rettore dell’Università ‘Kore’, il rettore dell’Università ‘Dunarea des Jos’ di Galaţi, il presidente della Regione Siciliana e, per conoscenza, il presidente della Fondazione ‘Proserpina’, a fornire chiarimenti in merito.

Oggi, però, il giudice civile di Caltanissetta ha confermato la legittimità dei corsi di Medicina e professioni Sanitarie dell’università romena Dunarea de Jos di Galati promossi dal Fondo Proserpina, interfaccia all’università di Enna dell’ateneo romeno, rigettando il ricorso presentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell’avvio delle attività didattiche dei corsi di laurea romeni. I giudici hanno dato ragione al Fondo Proserpina e all’ateneo romeno che in base ai trattati europei avevano più volte affermato la legittimità dei corsi.

Una vittoria di Pirro. Gli studenti di Medicina di Enna potranno continuare a seguire le lezioni di Medicina e Professioni Sanitarie. I corsi hanno piena legittimità come stabilito dal giudice civile di Caltanissetta, peccato, però, che le lauree che conseguiranno non saranno riconosciute.

Il Miur aveva denunciato il tentativo di aggirare le selezioni per il numero chiuso stabilito per gli atenei italiani. Secondo il giudice, però, “i corsi in questione, attivati da un ateneo romeno (in quanto tale non inserito all’interno del sistema italiano), non hanno «alcuna refluenza» sul meccanismo italiano delle quote”.

Via libera, dunque, e Miur condannato al pagamento delle spese. La ministra Stefania Giannini commenta: “Provvedimento cautelare che non entra nel merito, resta il fatto che l’università non è accreditata dal Miur”.

Il direttore del Cimea, Centro sul riconoscimento dei titoli italiano, Luca Lantero, avverte: “Titoli rilasciati da un’istituzione estera che opera in Italia valgono – in base al decreto 214/04, che applica la legge di ratifica della convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli di studio – solo se l’istituzione è accreditata presso il Miur. Procedura che richiede un doppio controllo di qualità in patria e in Italia”.

Quando otterranno il titolo gli studenti dell’ateneo romeno non potranno accedere ad alcuna procedura di riconoscimento. Paradossalmente, sarebbe più semplice se frequentassero in Romania.

Fonte

 www.quotidianosanita.it

www.corriere.it

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