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Tubercolosi, diminuisce l’incidenza in Italia

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Tubercolosi, diminuisce l’incidenza in Italia
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Nel periodo 1995-2017 è passata da 9,5 casi a 6,5 casi per 100mila abitanti. In calo anche i casi notificati agli stranieri tra il 2006 e il 2017.

In Italia, come in molti altri Paesi industrializzati, la tubercolosi (TBC) è una patologia relativamente rara. Il numero dei casi notificati in Italia mostra una lenta e progressiva diminuzione dell’incidenza, essendo passata da 9,5 casi per 100mila abitanti nel 1995 a 6,5 casi per 100mila nel 2017 (numero di casi segnalati nel 2017: 3.944).

Nel periodo 2006-2017 l’analisi della frequenza di casi di TBC notificati a persone nate all’estero, rapportata alla popolazione residente straniera, ha fatto osservare un decremento a fronte di una sostanziale stabilità dell’incidenza nel complesso della popolazione generale.

Nel corso degli anni il ministero della Salute ha emanato, in accordo con la Conferenza Stato – Regioni – Province Autonome, le linee guida per il controllo della tubercolosi sulla base delle indicazioni dell’Oms, mirate a promuovere la standardizzazione della terapia antitubercolare, il follow-up dei pazienti trattati, il miglioramento dell’accesso ai servizi e la prevenzione e controllo della TBC nelle persone venute a contatto con pazienti in fase contagiosa, nelle persone immigrate da Paesi ad alta endemia e in ambito sanitario. Nel 2010 è stato pubblicato un Aggiornamento delle raccomandazioni per le attività di controllo della tubercolosi. Politiche efficaci a contrastare la tubercolosi nella popolazione immigrata.

Nel 2012, il ministero della Salute ha sottoscritto, quale atto di Intesa nella Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, un documento contenente gli obiettivi di salute, standard e indicatori specifici per il controllo della tubercolosi, perseguibili prioritariamente da tutte le Regioni. Gli indicatori sono anche riportati nel Piano nazionale della prevenzione 2014-2018.

Nel 2017 e nel 2018 sono state pubblicate, rispettivamente, le Linea guida – I controlli alla frontiera. La frontiera dei controlli. Controlli sanitari all’arrivo e percorsi di tutela per i migranti ospiti nei centri di accoglienza e le Linee relative al controllo della tubercolosi tra gli immigrati in Italia. I documenti sono stati oggetto di accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni e si inseriscono nell’Accordo Quadro di collaborazione tra INMP, ISS e SIMM per la realizzazione del Programma “Linee guida sulla tutela della salute e l’assistenza socio-sanitaria alle popolazioni migranti”.

Come indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità, in relazione ai dati sulle malattie endemiche o sulle epidemie in corso nelle varie aree del mondo, nel nostro Paese vengono messe in atto misure di sorveglianza sui viaggiatori internazionali e sui mezzi di trasporto usati per il viaggio internazionale. Tali misure sono rivolte a tutti i viaggiatori internazionali, includendo in questa definizione anche i migranti irregolari.

Per quanto riguarda i flussi migratori, il controllo della tubercolosi si inserisce nel quadro più ampio della sorveglianza delle malattie infettive, che non si esaurisce nel momento dell’arrivo del migrante, ma deve continuare, sotto la responsabilità delle strutture del Servizio sanitario nazionale, per tutta la durata della permanenza sul territorio nazionale. A tal fine il 7 aprile 2011 è stata emanata la circolare n. 8636 sulla sorveglianza sindromica.

L’Accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012, relativo a Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome, formalizza le indicazioni fornite, riguardanti la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera, comprendendo, con tale termine, sia i migranti regolari e i soggetti temporaneamente presenti per motivi vari sul territorio nazionale, sia i migranti irregolari.

Infine, il decreto del ministero dell’Interno datato 20 ottobre 2014 (Regolamento recante criteri per l’organizzazione dei centri di identificazione ed espulsione), affronta in dettaglio anche i punti relativi all’accertamento delle condizioni di salute del migrante e di erogazione dell’assistenza medica necessaria.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.salute.gov.it

 

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