Gli infermieri che vivono ed operano nel territorio italiano sono sostanzialmente suddivisi in due fazioni.
Non stiamo parlando di infermieri più pronti e di infermieri meno pronti ma di operatori che ritengono che l’evoluzione della professione dipenda anche dall’abbandono dell’ormai vetusta immagine del missionario e coloro che invece continuano ad esercitare la propria attività lavorativa con amore e spirito caritatevole.
Oggi conosceremo Maria C., giovane studentessa iscritta al corso di laurea in Infermieristica, la quale ha dichiarato di aver imparato molto più di quanto si sarebbe aspettata prima di intraprendere il percorso universitario. L’amore per il prossimo ed il piacere provato nell’aiutare i bisognosi hanno spinto Maria a diventare una Suora Infermiera.
Benvenuta Maria, raccontaci come ti sia avvicinata alla professione infermieristica.
Ciao, fin da bambina ho provato gioia nell’aiutare il prossimo. Ho sempre cercato di aiutare i bisognosi, i senza tetto e i cani randagi. Poter lavorare per assistere le persone malate è sempre stato il sogno della mia vita.
Come è cambiata la tua vita da quando hai iniziato a studiare Infermieristica?
Ho ricevuto la chiamata di Dio, la vera e propria chiamata, l’impulso irrefrenabile a pregare e a cambiare vita in una mattina di tirocinio.
Nell’infanzia ho avuto già esperienze di questo tipo ma non ne ero ancora abbastanza consapevole. Sono sempre andata a messa, dalla mia prima Comunione, fino ad ora (21 anni). Da 3 anni sono animatrice liturgica nella mia parrocchia ed è come se vivessi tutta la settimana in attesa che arrivi il giorno in cui io possa servire il Signore.
Una mattina ho sentito come un colpo di felicità e amore nel cuore, come se mi si fosse finalmente palesato in mente ciò che sapevo già di voler fare!
Ho pianto lacrime di gioia leggendo dell’ordine delle Suore Infermiere dell’Addolorata da una rivista donatami da una paziente alla quale ho prestato le cure igieniche.
Tramite internet ho reperito il contatto e-mail delle suore per chiedere di iniziare il noviziato. Sono al terzo anno della laurea in infermieristica e tra poco concluderò il mio percorso. Il mio più grande sogno sarebbe quello di poter indossare il velo nel giorno della mia Laurea. Attendo con ansia la risposta delle suore sperando che possano accettarmi subito in noviziato perché dopo anni di riflessione ho deciso la mia strada! Era veramente tanto tempo che l’idea mi ronzava in testa ma avevo tanta paura della reazione di amici e parenti. Indosso un velo provvisorio da me creato per mostrare a tutti la mia volontà.
Ora invece so che non riesco più a vivere nell’inganno, non posso più far finta di essere serena in questa vita così confusionale, piena di indifferenza e odio! Voglio dare e vivere l’Amore ma non posso farlo con persone che non hanno avuto la mia stessa fortuna nel capire la Parola di Dio! La mia speranza è quella di poter partire per Como immediatamente PER RESTARCI! In questo modo potrei completare con le mie future sorelle il percorso di studi in una vita ai margini della società, protetta e piena d’amore.
Voglio dare, servire gli altri come Nostro Signore Cristo Gesù, senza volere nulla in cambio! Mi fa star bene fare l’infermiera, nei tirocini l’hanno notato tutti, finché lavoro sto bene, quando smetto è una catastrofe! Curare gli altri mi dà forza e mi dà gioia e non potrei nemmeno immaginare qualcosa di meglio se non diventare al più presto una suora infermiera!
Ringraziamo Maria C. per la disponibilità e per il tempo dedicato e le auguriamo un brillante successo nel compimento della propria missione in qualità di Suora Infermiera.
Simone Gussoni
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