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Test salivare rivoluzionario per la diagnosi precoce dei tumori orofaringei da HPV

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Hpv, l’importanza del vaccino
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Una semplice analisi della saliva messa a punto dall’IEO promette di anticipare la scoperta dei carcinomi orofaringei correlati al Papilloma virus, tra le news più rilevanti nell’attualità oncologica.

Le ultime notizie dal mondo della ricerca oncologica parlano chiaro: grazie a un gargarismo salivare, è possibile individuare in anticipo i tumori orofaringei causati dal Papilloma umano virus (HPV). Questa innovazione, frutto di uno studio internazionale coordinato dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e sostenuto dalla Fondazione AIRC, rappresenta una svolta nelle news sulla diagnosi precoce, un ambito dell’attualità sanitaria sempre più cruciale.

I tumori orofaringei legati a HPV sono in costante aumento, soprattutto nella popolazione maschile giovane dei Paesi occidentali. Ad oggi, la diagnosi avviene principalmente tramite imaging e esame clinico, procedure che spesso intercettano la malattia in stadi già avanzati. Un test non invasivo come quello salivare, facilmente ripetibile e a basso costo, apre scenari nuovi per la diagnosi precoce, migliorando le probabilità di cura e riducendo l’impatto dei trattamenti.

Il test salivare innovativo

Metodo semplice e non invasivo

  • Raccolta del campione: un gargarismo con soluzione salina, senza necessità di aghi o tamponi.
  • Analisi molecolare: ricerca del DNA di HPV, in particolare del ceppo HPV-16, responsabile della maggioranza dei casi.

Sensibilità e specificità

Lo studio, pubblicato su Journal of Medical Virology, ha dimostrato un tasso di rilevamento elevatissimo per HPV-16 indipendentemente dallo stadio del tumore. Grazie all’alta sensibilità e specificità, il nuovo esame salivare può individuare anche lesioni molto piccole, potenzialmente anteriori alla comparsa di sintomi o alla visibilità nei controlli tradizionali.

Risultati dello studio

I ricercatori dello IEO hanno analizzato campioni salivari e ematici di 132 pazienti con carcinoma orofaringeo:

  • 80% dei casi correlati a infezione da HPV.
  • Tasso di dete­zione altissimo in saliva per HPV-16, anche negli stadi iniziali.
  • Differenza minima tra gargarismo e tampone faringeo, con un leggero vantaggio per il metodo gargarismo in termini di comfort per il paziente.

Questi dati confermano la validità del test come strumento di screening e di follow-up post-trattamento, offrendo una finestra di osservazione più ampia per cogliere eventuali recidive precocemente.

Prospettive future e collaborazione clinico-scientifica

Mohssen Ansarin, direttore del Programma cervico-facciale IEO, sottolinea l’importanza di validare il test in studi su scala più ampia:

«Se confermato da ulteriori ricerche, potremo impiegarlo non solo per sospetti carcinoma orofaringeo, ma anche per monitorare i pazienti in follow-up, intercettando eventuali riprese di malattia in anticipo».

La stretta sinergia tra ricerca e clinica presso lo IEO garantisce l’accesso a una delle casistiche più significative in Italia (150–180 nuovi casi all’anno, di cui l’80% HPV-correlati), accelerando il percorso di validazione e implementazione del test.

Redazione NurseTimes

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