Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge al nostro indirizzo mail [email protected] il lavoro di tesi del dott. Salvatore Leone, laureatosi presso Università “La Sapienza” di Roma nell’A.A. 2018/2019.
….di Salvatore Leone
Con l’aumentata richiesta di trattamenti sanitari a lungo termine negli ultimi anni, in particolare le malattie oncologiche, in cui vengono utilizzati farmaci antiblastici, localmente tossici ed irritanti per il lume vascolare e l’incremento delle patologie croniche geriatriche, la diffusione del posizionamento di cateteri venosi centrali è in grande aumento.
Partendo da questo assunto, ho ribadito alcuni concetti che fanno del PICC, la Tecnica Gold Standard per ciò che riguarda il posizionamento di un CVC.
Innanzitutto, i benefici legati al rischio intrinseco del posizionamento, molto più bassi rispetto al CVC in succlavia, i rischi correlati al contenimento delle infezioni locali e sistemiche, che a patto di una corretta gestione e il rispetto delle regole asettiche, è percentualmente molto basso. Tranne che per specifiche esigenze cliniche, esso può essere utilizzato in quasi tutte le pratiche sanitarie; compreso il prelievo ematico, pur salvaguardando l’aspetto estetico e la comodità per l’utente.
Infatti, al contrario del catetere in succlavia, nel PICC è possibile soddisfare attività quotidiane come ad esempio fare una doccia, con una minima attenzione e senza particolari disagi. Inoltre, ho riportato le procedure raccomandate dal CDC per la gestione e le medicazioni del presidio, che vedono comunque necessaria l’osservanza delle regole di sterilità; ma anche la disponibilità di accessori dedicati come ad esempio lo Statlock per il fissaggio cutaneo traumatico ed altri accessori senza i quali sarebbe ben difficile ottenere un buon risultato gestionale.
Data l’inserzione periferica, il PICC è una tecnica non specificatamente medica, quindi attuabile dagli infermieri teoricamente formati e con esperienza.
Ciononostante, le numerose esperienze nel territorio italiano, parlano di Team PICC, identificando una collaborazione medici/infermieri, ognuno per le proprie competenze e specificità professionali. Il team, così come avviene in altri ambiti sanitari, come ad esempio le sale operatorie, è fondamentale per il buon andamento e gestione dell’attività descritta.
Redazione Nurse Times
Allegato
Tesi “Picc: nuove prospettive per gli accessi vascolari”
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