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SPECIALE LAUREE (parte 4°): “in nome del popolo Italiano vi proclamo Dottori in Infermieristica”

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Laurea - traguardo - Autodromo del Mugello

Tornando alla parte didattica della giornata, molte sono state le tesi sperimentali che hanno toccato argomenti come l’errore chirurgico, la qualità della vita e la libertà dal dolore nella malattia di Alzheimer e la musicoterapia nei soggetti con demenza, e tesi più “settoriali” che hanno toccato argomenti come uno studio su un farmaco anti-craving nella dipendenza da alcol.

In particolare la tesi di una studentessa, Francesca Pisa, ha suscitato una forte emozione fra gli uditori in quanto nell’ultima parte della discussione è stato presentato un video, girato e montato da lei all’interno di una residenza assistenziale per anziani con demenza a Marradi (Firenze), con gli assistiti che hanno partecipato attivamente alle sessioni di musicoterapia, ballando e cantando canzoni della loro gioventù. Gli assistiti in questione, tutti con diagnosi di demenza, hanno mostrato un interesse e una reazione più che positiva all’ascolto delle canzoni e al coinvolgimento promosso dagli infermieri e dalla studentessa; emozionante per il suo significato da una parte ma, visto con l’occhio del professionista, un ottimo risultato clinico che dà ulteriore credito alla tesi della collega e alla pratica stessa della musicoterapia.

Inoltre l’affrontare un argomento come la musicoterapia nella demenza è la riprova della versatilità e della moltitudine di “modi” di dare assistenza alla persona; più in generale la varietà di tesi, in un range che va dalla farmacologia più specifica al Morbo di Alzheimer e all’assistenza alla persona anziana, pone ancor più marcatamente l’accento su quanto l’infermieristica debba essere considerata una scienza intellettuale, che fa della commistione fra conoscenze tecnico-pratiche e personalità del professionista uno dei suoi maggiori punti di forza.

E con questo, tutta la redazione di Nurse Times non può che fare i complimenti a Serena Amerighi, Marta Baroni, Giulia Bertini, Fabiana Castaldi, Valentina Conti, Gaia Della Rosa, Francesca Gentilini, Mattia Lapini, Giulia Landi, Svitlana Lapyuk, Daniele Lemmi, Nicoletta Lucherelli, Eva Luchi, Giulia Morbidi, Giulia Nuti, Silvia Panetta, Elisa Pinotti, Francesca Pisa, Giulia Rabbiti, Marco Regoli, Giulia Selmi, Noemi Tafani, Calogero Valenti, Elisa Veronese, Simona Virga e Caterina Zagni per il traguardo raggiunto, e dare loro il benvenuto nel mondo della sanità come professionisti dell’assistenza infermieristica, come infermieri e come colleghi.

Questo è il regalo che possiamo farvi, il momento della vostra proclamazione:

Una considerazione personale

Raccontare le emozioni di una laurea è sempre difficile, anche se chi scrive ha provato questo turbinio di stati d’animo per due volte, coronando con “l’alloro” la fine di due percorsi (molto diversi fra loro, pensavo fino a qualche mese fa) estremamente voluti, sudati e portati a termine.

È proprio questa la sensazione che dà la laurea. La fine di un percorso, l’inizio di un altro. Un percorso ad ostacoli (chi li ha avuti più bassi, chi più alti), ma se si giunge in fondo a questa particolare corsa sei “arrivato”, quantomeno arrivato ad un primo e importantissimo traguardo, che porterà a indirizzare la tua vita in un certo modo.

Essere proclamati “Dottori in Infermieristica” dà anche di più, perché d’ora in poi la persona che sei e che sarai, libera nel mondo, sarà indissolubilmente legata ad una professione, anzi per dirla meglio, ad uno status: essere un infermiere!!

Essere un infermiere comporta dei benefici (tanto per citarne uno, un definito inquadramento e riconoscimento sociale) e delle grosse responsabilità, ma chi ha deciso di intraprendere questo percorso e lo porta a termine sa molto bene di cosa parlo. L’infermieristica è una professione che porta in sé una grande componente, che è la passione: la passione e la gioia di aiutare il prossimo, di assisterlo, di giudicarlo solo clinicamente e non personalmente, perché di fronte alla sofferenza siamo tutti uguali. E il più forte deve aiutare il più debole.

O almeno, questo è ciò che penso – a grandi linee – dell’infermieristica. Ed è stata questa la base di considerazioni da cui ho tratto le conclusioni per intraprendere un percorso che mi ha portato ad essere un infermiere.

Trarre conclusioni per intraprendere una nuova strada, finire per ricominciare. È questa la sensazione che dà la fine di un percorso (non un corso, ma un percorso) di Laurea come quello in Infermieristica, ed è questa la sensazione che dà essere un infermiere, professionista in continuo divenire.

 

Marco Parracciani

 

 

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