Ogni paziente fermo al pronto soccorso in attesa di trasferimento nel letto di un reparto causa un ritardo di almeno 12 minuti sugli accessi successivi, facendo anche crescere la mortalità dal 2,5 al 4,5% quando il cosiddetto boarding supera le 12 ore. E’ la situazione esplosiva denunciata da Alessandro Riccardi, nuovo presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu).
I dati pubblicati dalla stessa Simeu dimostrano il legame tra un maggior numero di giorni di degenza e una maggior incidenza di complicanze. E non sembrano risolutivi gli interventi messi in campo per alleggerire la pressione sugli ospedali. “Non sono ancora sufficienti e adeguati, anche se sono arrivati segnali di attenzione nei confronti del nostro lavoro – spiega Riccardi -. Intanto i professionisti vanno via, ma non per burnout: siamo abituati a gestire lo stress. Lo facciamo perché non sopportiamo più di vedere certe situazioni come la perdita della dignità del malato. Non si può fare l’abitudine a questa situazione”.
Il quadro generale si presenta particolarmente problematico in prossimità delle festività, quanto il pronto soccorso diventa l’unica ancora di salvezza per tanti malati che non riescono a trovare assistenza sul territorio. “Durante le feste la situazione è sempre critica: segno di un problema costante sull’aggressività dell’utenza”, conferma il presidente Simeu, riferendosi al dilagante fenomeno delle aggressioni al personale sanitario.
Basti pensare, come sottolinea ancora Simeu, che nel 2024 le aggressioni a danno degli operatori sanitari sono state 18mila: in aumento del 38% negli ultimi cinque anni. Il 42% del personale, per la maggior parte donne, denuncia infatti di essere stato almeno una volta vittima di violenza fisica o psicologica.
Redazione Nurse Times
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