Protestano gli Ordini TSRM e PSTRP della Lombardia: “L’iniziativa dell’OPI di Brescia delinea un’importante invasione di campo”
Gli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) della Lombardia si esprimono con decisione, tramite l’invio di una nota ufficiale a Regione Lombardia, sulla recente iniziativa dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Brescia, incentrata sulla figura dell’Infermiere Scolastico. Il progetto, attuato in forma sperimentale in una scuola primaria del Bresciano, ha previsto l’attivazione di un percorso di sensibilizzazione degli alunni su diverse tematiche riguardanti la salute e la prevenzione (dipendenze, sessualità, alimentazione ed emergenza urgenza), a cura di un gruppo di infermieri pediatrici o con esperienza in ambito pediatrico.
“La sperimentazione richiama la figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, associando al ruolo dell’Infermiere un’attività di prevenzione collettiva e tutela della salute: tale attività, tuttavia, dà adito a un’indebita sovrapposizione con l’ambito di competenza dell’Assistente Sanitario, uno dei profili afferenti ai nostri Ordini” spiega Luigi Peroni, Presidente del Coordinamento degli Ordini TSRM e PSTRP della Lombardia e Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Brescia. “La scuola, infatti, può essere considerata uno dei primi avamposti della sensibilizzazione sanitaria insieme alla famiglia, ed è sempre stata un ambito di riferimento dell’Assistente Sanitario”.
“L’iniziativa dell’OPI di Brescia delinea un’importante invasione di campo” rimarca Diego Catania, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio.
“È l’Assistente Sanitario, come ben descritto dal suo profilo ministeriale, il Professionista addetto alla prevenzione, alla promozione e all’educazione alla salute, con specifico e chiaro riferimento, fra gli altri, all’ambiente scolastico. Riteniamo che l’operato dell’Infermiere abbia numerosi ambiti e contesti in cui dispiegarsi e molteplici modi di contribuire alla salute della cittadinanza, senza dover occupare gli spazi di pertinenza di una Professione che annovera proprio l’educazione alla salute fra le sue competenze primarie”.
Come riporta il D.M. n. 69/1997, infatti, le attività di promozione della salute sono il fulcro del lavoro dell’Assistente Sanitario, che indirizza il proprio operato sulla persona, la famiglia e le collettività.
“Gli Assistenti Sanitari, insieme ai Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, rappresentano l’area sanitaria della prevenzione identificata dalla Legge 251/2000” aggiunge Peroni. “La ricchezza dei nostri Ordini risiede proprio nelle competenze specifiche che ciascuna delle Professioni può offrire alla cittadinanza nel rispettivo ambito di riferimento, tenendo conto delle caratteristiche e peculiarità dei diversi Professionisti”.
“L’istituzione di profili di comunità non può e non deve permettere indebiti ‘allargamenti’ o ‘sconfinamenti’ da parte di alcune figure professionali a discapito di altre” conclude Catania. “La comunità, infatti, trae giovamento proprio dalla collaborazione virtuosa fra le diverse Professioni Sanitarie – ciascuna imprescindibile, ma deve sussistere il reciproco rispetto delle aree d’intervento e delle potenzialità distintive di tutti gli attori in gioco. È fondamentale che la prevenzione della Salute dei cittadini sia in mano ai Professionisti Sanitari che la pongono al centro del proprio agire professionale, per un valore aggiunto e uno sguardo mirato ai bisogni della persona”.
Redazione NurseTimes
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