La figura dell’infermiere è ormai ben strutturata all’interno dell’equipe assistenziale sia pubblica che privata.
Una delle leggi principali che si considerano sempre ricordando il lungo percorso effettuato dagli infermieri per giungere alla propria autonomia ed unicità è la Legge 251/2000, che disciplina la nostra categoria e le varie Professioni Sanitarie. Grazie ad essa infatti si sancisce la legittimità dell’agire professionale dell’Infermiere. Sicuramente i passi avanti fatti da questo professionista sono innumerevoli, tanto che l’infermiere moderno deve necessariamente rispondere a delle responsabilità che prima neanche lontanamente avrebbe pensato di avere.
Questo perché aumentando l’agire, aumenta di conseguenza anche la responsabilità in merito alle proprie scelte e al proprio operato.
Ricordiamo che comunque già dopo la Legge 42/99, viene eliminato il mansionario, quindi l’agire dell’infermiere viene drasticamente modificato, creando un aumento formidabile delle prestazioni. Basti pensare che fino a qualche anno prima si parlava solo di subalternità rispetto al medico, senza alcuna possibilità di scelta o margine di decisione.
Invece dando una identificazione reale a questa figura professionale, si dona anche autonomia.
La Legge 251/2000 invece subentra successivamente, essa prende il nome di “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, nonché della professione ostetrica”.
Questa viene identificata come la legge della dirigenza e nei suoi primi quattro articoli, si divide in:
- professioni infermieristiche e professione sanitaria ostetrica;
- professioni sanitarie riabilitative;
- professioni tecnico-sanitarie, suddivise in un’area tecnico-diagnostica e un’area tecnico-assistenziale;
- professioni tecniche della prevenzione.
Ed ecco che essa stabilisce anche quanti e quali sono le 22 professioni sanitarie oggi presenti in Italia, con le rispettive Federazioni Nazionali Autonome tra cui la FNOPI per gli Infermieri.
La norma porta davvero avanti tutte quelle idee tanto nominate, e nonostante ciò fa perdere anche le basi a coloro che fino a poco prima avevano un’idea diversa degli infermieri: i medici. A distanza di anni, molti, continuano a pensare che in realtà le professioni sanitarie siano di livello diverso, in realtà è sicuro che ci sono differenze nell’equipe ma ognuno ha la sua importanza, tanto che ogni parte è indispensabile per raggiungere l’obiettivo: la salute del paziente.
Basti pensare che prima la medicina era medico-centrica e non paziente-centrica, gravissimo errore. Perché? Molto semplice, il vero soggetto è oggetto di cure è proprio il paziente, indipendentemente dalle possibilità che un medico possa offrire, è sempre lui ad avere l’ultima parola. È proprietario delle sue scelte e in quanto tale, è proprio lui che decide, tranne in caso di urgenza/emergenza. Di conseguenza colui che deve guidare questa “automobile della salute” è proprio il paziente.
Dott.ssa Taccogna Federica
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