Dal Forum Risk Management in Sanità di Arezzo l’appello degli specialisti per tutelare i pazienti fragili.
Virus respiratorio sinciziale: ci sono i vaccini, la cui efficacia e sicurezza è confermata, ma mancano le raccomandazioni per una piena consapevolezza della popolazione e per una campagna vaccinale che possa proteggere l’adulto fragile. Questa situazione ha spinto tre società scientifiche, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), la Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI) a realizzare il documento intersocietario “RSV vaccination as the optimal prevention strategy for older adults”.
Il documento sarà pubblicato a dicembre sulla rivista scientifica Le Infezioni in Medicina. Il paper è stato presentato nell’incontro “Vaccinazione RSV: il tassello mancante per la protezione dell’adulto”, organizzato da Aristea con il contributo non condizionante di Moderna, tenuto nell’ambito del 19° Forum Risk Management in Sanità ad Arezzo.
RSV, MINACCIA PER L’ADULTO FRAGILE
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un virus che causa malattie respiratorie acute, che possono progredire in forme severe, con coinvolgimento delle basse vie aeree, determinando complicanze, esacerbazioni di comorbosità preesistenti, ospedalizzazioni e morte. In Europa, provoca più del 60% delle infezioni respiratorie acute in bambini inferiori ai 5 anni, mentre negli adulti over 60 vengono stimati circa 3 milioni di casi di sindromi respiratorie acute, con più di 465mila ospedalizzazioni e oltre 33mila decessi. Ogni anno, si stima che nella popolazione italiana di età superiore ai 60 anni il RSV provochi circa 290mila casi di infezione respiratoria acuta, 26mila casi di ospedalizzazione e 1.800 decessi in ospedale. Inoltre, l’infezione non conferisce una robusta immunità a lungo termine.
“Il virus respiratorio sinciziale rappresenta un grave problema di salute pubblica, con un significativo impatto sulla terza età – sottolinea il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT –. Questo virus, tristemente noto per le patologie respiratorie della prima infanzia, colpisce severamente anche i soggetti adulti più fragili per età o per comorbosità. La possibilità di prevenire l’infezione in queste persone rappresenta un importante passo avanti nell’armamentario in nostro possesso per la prevenzione delle malattie respiratorie nel paziente adulto fragile. È pertanto auspicabile che questa vaccinazione entri presto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e che possa diventare uno strumento diffuso su tutto il territorio nazionale”.
L’IMPORTANZA DI TUTELARE ANZIANI E FRAGILI
Da alcuni mesi esistono vaccini di comprovata efficacia e sicurezza per il virus respiratorio sinciziale nell’anziano, ma l’Italia è uno dei pochi Paesi europei senza raccomandazioni istituzionali necessarie per diffondere la conoscenza di questa disponibilità e dei rischi che corrono le persone con più di 75 anni e quelle con più di 60 anni e comorbosità, come BPCO, insufficienza cardiaca, insufficienza renale cronica, ipertensione, diabete. Il documento spiega i rischi di diffusione nella popolazione adulta fragile, con l’auspicio che il vaccino possa essere inserito nel calendario vaccinale.
“In questa fase, la priorità è quella di migliorare la sensibilità nella ricerca del virus respiratorio sinciziale per poterlo diagnosticare e prendere in carico il paziente, in quanto persiste una sottovalutazione di questa infezione e delle sue complicanze, che possono essere più severe dell’influenza – sottolinea il professor Andrea Ungar, presidente SIGG –. Inoltre è fondamentale l’avvio di una campagna vaccinale che sia rivolta a tutti i pazienti con più di 80 anni e a tutti gli ultra65enni con fragilità o comorbosità soprattutto cardiaca, polmonare e renale. Grande attenzione andrà riservata agli anziani delle RSA, in quanto soggetti particolarmente fragili in un ambiente che favorisce la circolazione di un virus con alta contagiosità”.
IL VACCINO COME INVESTIMENTO PER IL SSN
La prevenzione vaccinale permetterebbe non solo di tutelare la salute dei pazienti, ma sarebbe anche un investimento per il SSN, che nella stagione invernale è stressato dalla contemporanea diffusione di tre virus respiratori, influenza, Covid-19 e, appunto, sinciziale.
“L’infezione da virus respiratorio sinciziale comporta un significativo impatto sui ricoveri ospedalieri e un notevole onere per il SSN – commenta la professoressa Roberta Siliquini, presidente SItI –. L’opportunità della vaccinazione costituisce la strategia più appropriata per prevenire esiti gravi e per ridurre i costi sanitari. Alla luce dei recenti progressi scientifici che hanno portato, dopo moltissimi anni di ricerca, all’opportunità di prevenire il RSV nell’adulto, gli Stati Uniti e quasi tutti i Paesi europei hanno aggiornato le proprie raccomandazioni in favore di questa vaccinazione negli adulti anziani e fragili. È quanto prescritto anche dall’OMS che, oltre all’immunizzazione dei neonati, invita a vaccinare gli adulti ad alto rischio per preservarli da forme gravi di malattia”.
IL LAVORO DEL NITAG
“Il NITAG da alcuni mesi ha avviato un gruppo di lavoro che sta raccogliendo la documentazione scientifica sulla diffusione del Virus Respiratorio Sinciziale nell’adulto e quindi delle possibili soluzioni preventive – sottolinea il professor Carlo Signorelli, presidente NITAG –. Abbiamo fatto le audizioni con le aziende produttrici e presto chiuderemo questa fase istruttoria. Credo che la proposta coerente con i piani nazionali vaccini possa essere quella di un Health Technology Assessment istituzionale che valuti tutti gli aspetti legati all’introduzione di un nuovo vaccino, con costi e vantaggi economici diretti e indiretti per il SSN. Questa metodologia consolidata potrebbe dirimere ogni dubbio e incertezza, pur in un contesto economico complesso”.
Redazione Nurse Times
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