Per i tre l’ipotesi di reato formulata dalla Procura è quella di truffa ai danni dello Stato.
Con attestazioni di false diagnosi di malattia due medici curanti avrebbero permesso a una professoressa di giustificare l’assenza dal lavoro per lunghi periodi, continuando a percepire lo stipendio. Per questo la Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre, tutti residenti in provincia di Reggio Calabria, ipotizzando per loro il reato in concorso di truffa ai danni dello Stato, che la Guardia di Finanza ha quantificato in quasi 50mila euro. L’udienza preliminare è stata fissata al 7 febbraio 2023.
Dal 2019 al 2022 la docente, 30 anni, avrebbe ricevuto diversi incarichi a tempo determinato come supplente in provincia di Rimini. E durante i tre anni scolastici avrebbe prodotto circa 35 certificati medici, che le consentivano di non presentarsi al lavoro per mesi. Certificati firmati dai due medici, che avrebbero addirittura prescritto terapie salvavita, attestando di volta in volta la presenza di sindromi da vertigini, distorsioni alla caviglia, ascesso ai denti, lombalgia, sindrome di Meniere, insufficienza renale cronicae, nel periodo Covid, una reazione avversa al vaccino.
Redazione Nurse Times
- Professioni sanitarie: approvata la Legge sulla retribuzione dei tirocini di specializzazione
- Fentanyl, esperti Siaarti lanciano allarme disinformazione
- Salute mentale, nasce l’intergruppo parlamentare “One Mental Health”
- Achille Pagliaro: un leader sindacale di riferimento per infermieri e oss di Padova
- Operatori socio-sanitari strumentisti in sala operatoria: le perplessità di Migep – Stati Generali Oss – SHC
Lascia un commento