Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2024, il panorama pensionistico in Italia si è fatto ancora più complesso, presentando restrizioni per i lavoratori che stanno per avviare il proprio periodo di quiescenza. Vediamo insieme le principali modifiche e le vie che i lavoratori possono percorrere per assicurarsi una transizione pensionistica il più agevole possibile.
Pensione di vecchiaia: parametri invariati ma assegni ridotti
I parametri per la pensione di vecchiaia restano stabiliti a 67 anni di età e 20 anni di contributi, come stabilito dalla riforma Fornero. Tuttavia, la Legge di Bilancio interviene sull’importo minimo mensile necessario per accedere al pensionamento. Nel 2024, l’assegno minimo sarà pari all’assegno sociale, circa 534 euro lordi al mese anziché l’attuale 1,5 volte tale importo.
Pensione anticipata: requisiti di anzianità contributiva aumentati
Per la pensione anticipata, l’anzianità contributiva richiesta è stata incrementata. Gli uomini dovranno raggiungere i 42 anni e dieci mesi di contributi, mentre le donne, indipendentemente dal settore e dall’età anagrafica, dovranno accumulare 41 anni e dieci mesi di contributi.
Quota 103: penalizzazioni e allungamento dei tempi
La Quota 103 rimane valida nel 2024, ma con diverse penalizzazioni. I lavoratori potranno andare in pensione con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma l’assegno sarà calcolato con il sistema contributivo, con un taglio fino al 20%. Inoltre, la misura del trattamento non potrà superare i 2.272 euro lordi mensili fino al compimento dell’età di 67 anni. Le “finestre mobili” sono allungate a sette mesi per i lavoratori privati e a nove mesi per quelli pubblici rispetto agli attuali tre e sei.
Ape Sociale: cambiamenti nei parametri per disoccupati e lavoratori gravosi
I parametri dell’Ape sociale, rivolta a disoccupati e lavoratori con particolari condizioni, subiscono modifiche. L’età per accedere all’Ape sociale non sarà più di 63 anni, ma di 63 anni e 5 mesi.
Opzione Donna: uscita anticipata con penalizzazioni
L’opzione donna consente l’uscita anticipata con una pensione ricalcolata tramite il metodo contributivo e una penalizzazione tra il 20 e il 25%. Le donne dipendenti e autonome con almeno 59 anni (se con due figli), 60 (se con un figlio) e 61 (senza figli) al 31 dicembre 2023, possono usufruire di questa opzione, purché abbiano almeno 35 anni di contributi e rientrino in categorie specifiche come invalide, caregiver o disoccupate.
La Legge di Bilancio 2024 ha delineato un nuovo scenario pensionistico in Italia, richiedendo ai lavoratori una valutazione attenta delle opzioni disponibili per garantire una transizione pensionistica più oculata possibile.
Redazione Nurse Times
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