Nel carcere di Trento un detenuto ha aggredito, ferendoli, prima l’infermiere in servizio e poi due agenti di polizia penitenziaria che stavano cercando di contenerlo. Visibilmente contrariato per la terapia farmacologica prescrittagli dal medico, l’uomo ha messo in atto un gesto dimostrativo, richiedendo più volte l’accesso all’infermeria.
Come comunica una nota dell’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), l’infermiere e i due agenti sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso, da cui sono stati dimessi con prognosi che vanno dai tre ai sette giorni ciascuno. Nonostante il suo comportamento sanzionabile, sembra che il detenuto abbia comunque partecipato alla socialità serale con altri reclusi.
L’organizzazione sindacale auspica che la direzione adotti giusti provvedimenti nei confronti di qualsiasi detenuti che si renda autore di aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria e sanitario. La sicurezza e l’incolumità di coloro che operano all’interno della struttura penitenziaria devono essere prioritari, e l’Osapp confida che siano adottate tutte le misure necessarie per prevenire simili episodi in futuro.
L’Unione dei sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) auspica il trasferimento immediato del detenuto e sottolinea come eventi di questo tipo siano ormai all’ordine del giorno nelle carceri. Leonardo Angiulli, segretario interregionale del Triveneto dell’Uspp, ricorda che solo nel 2023 il carcere di Trento è stato teatro di ben 15 aggressioni. Alla base del problema, il sovraffollamento cronico delle carceri e la carenza di agenti: a Trento i detenuti sono circa 350, a fronte di una capienza di 200 posti.
Redazione Nurse Times
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