Fa riflettere la denuncia contenuta nella lettera che il dottor Salvatore Caiazza, medico di medicina generale dell’Asl Napoli 2 Nord, ha inviato alla redazione di Gazzettadinapoli.it. La proponiamo di seguito.
2 gennaio, altro festival del certificato: bisogna attaccare il Capodanno all’Epifania. La notizia del giorno è che una paziente pretendeva di avere il certificato per il marito, senza che quest’ultimo venisse in ambulatorio, giustificandosi così: “Ci sono problemi solo con lei, perché da qualsiasi altro medico il certificato lo fa la segretaria e lo manda sulla mail o su whatsapp. E’ un diritto del paziente avere il certificato. La denuncio!”.
La signora è stata mandata via e ovviamente avvisata che la denuncia se la becca lei. Dato che le parole pronunciate dalla signora sono frequenti, mi preme una riflessione: o i pazienti sono bugiardi e pretendono non il diritto all’assistenza, ma il diritto alla comodità, oppure parecchi medici sono dei FUORILEGGE.
La certificazione telematica di malattia è un fardello per i medici di famiglia, che hanno la
responsabilità di certificare, e quindi verificare, lo stato di malattia del lavoratore e la relativa prognosi, cioè i famosi giorni di assenza al lavoro che chiede il paziente.
Ci rendiamo conto in che sandwich è stato ficcato il medico di medicina generale?! Un medico, il cui onere è quello di assistere i propri pazienti, tutelando la loro salute, ai sensi della normativa vigente ha il compito di dare l’autorizzazione al lavoratore dipendente all’assenza al lavoro per malattia.
Perché mai un medico dovrebbe fare ciò che gli amministratori dello Stato non fanno? Perché mai deve avere tale responsabilità e spesso cadere in contenziosi legali in maniera inconsapevole? Eh, sì! Ricordiamo la vicenda dei medici di famiglia di Roma, indagati e poi processati perché avevano certificato malattia a tanti agenti di polizia municipale il giorno del 31 dicembre. Che colpa aveva ognuno di loro? Quella di avere come assistito uno o più vigili urbani?
Ci rendiamo conto in che razza di trappola siamo noi, medici di famiglia? La maggior parte delle commissioni disciplinari degli Ordini dei medici chirurghi in Italia sono convocate a causa di tali certificazioni, che, ricordo, sono gratuite! E forse anche questo è il problema: tutto ciò che il cittadino non paga non ha valore!
E come se non bastasse, spesso il cittadino pretende che il certificato gli sia trasmesso telematicamente (via mail o whatsapp, che piace tanto ai pazienti) o telefonicamente, senza volersi recare allo studio per farsi valutare clinicamente, come è giusto che sia e come la legge impone, inducendo il medico a un reato di falso ideologico e all’emissione di una falsa certificazione.
Perché mai la categoria dei medici di famiglia ha accettato questa incombenza nel proprio contratto? Follia pura! Sarebbe il momento di istituire l’autocertificazione di malessere per assentarsi dal lavoro, con controlli severi a domicilio, senza alcuna fascia oraria, contemplando, in caso di assenza dal domicilio senza una valida motivazione, il licenziamento immediato!
In questo modo sicuramente l’Inps risparmierebbe milioni di euro e avremmo un Paese molto più produttivo. E mi meraviglio che ministeri e Confindustria, a quanto è dato sapere, si oppongano a una simile soluzione e preferiscano far sprecare risorse economiche pubbliche, e avere un sistema di autorizzazione all’assenza dal lavoro che sia facilmente truffabile.
Questo sistema, che fa acqua da tutte le parti, se va bene alle nostre cariche Istituzionali, non può andare bene per chi si vuole scaricare la responsabilità medico-legale! E’ ora di cancellare tale obbligo dall’Accordo collettivo nazionale (ACN) della medicina generale!
Se si continua a volere tale sistema, la medicina generale non ci sta! Sarebbe opportuno scioperare a oltranza, tenendo gli studi di medicina generale rigorosamente chiusi, senza indietreggiare di un millimetro. Viva quel giorno in cui tutte le organizzazioni sindacali di categoria indiranno uno sciopero per tale causa. Sarebbe innanzitutto un’iniziativa per promuovere onestà e produttività.
Redazione Nurse Times
Fonte: Gazzettadinapoli.it
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