Accade a Verona: il Tribunale ha respinto il ricorso di una operatrice sanitaria ‘no vax’ che ha rifiutato la vaccinazione anti-Covid e è stata sospesa dalla RSA in cui lavora insieme a altri due colleghi.
Gli altri due hanno preferito cambiare lavoro mentre lei si è opposta, cercando di avere ragione del Tribunale. La sentenza del Tribunale, però, ha decretato che si “ritiene prevalente il diritto alla salute dei soggetti fragili che entrano in contatto con gli esercenti le professioni sanitarie e, più in generale, il diritto alla salute della collettività” rispetto “alla libertà di chi non intenda vaccinarsi”.
Si è rivelato fondamentale il decreto legge 44. Nelle motivazioni della sentenza c’è la possibilità che “la vaccinazione non protegga altrettanto bene nei confronti della malattia asintomatica (infezione) e che, quindi, i soggetti vaccinati possano ancora acquisirla, non presentare sintomi e trasmettere l’infezione”.
“La decisione l’abbiamo presa già tra gennaio e febbraio, quando abbiamo effettuato le vaccinazioni. È dettata dal pragmatismo: i nostri ospiti sono persone estremamente fragili. E la nostra casa di riposo non ha gli spazi per prevedere un isolamento clinico a tutti gli effetti” ha detto il presidente dell’Ipab di Bussolengo Gilberto Pozzani, come evidenziato da Il Corriere della Sera.
- Piemonte, banditi nuovi concorsi per 184 posti in sanità
- Riqualificare immobili e destinarli a case per infermieri: la mossa di Regione Lombardia per arginare la fuga in Svizzera
- Calabria, Smi all’attacco: “Nuova estate di passione per la nostra sanità”
- Insediato il nuovo Consiglio Superiore di Sanità: presidente è lo psichiatra Alberto Siracusano
- Sposato (Opi Calabria): “Si dia più importanza al servizio delle professioni sanitarie”
Lascia un commento