“I numeri sugli accessi impropri in pronto soccorso, oltre a dirci che la strada del potenziamento dell’assistenza territoriale imboccata col Pnrr è quella giusta, sono anche un’ulteriore conferma di quanto noi sosteniamo da tempo, e cioè che valorizzare le professioni sanitarie non mediche, in particolare quella dell’infermiere, può dare risposta al bisogno di cure dei cittadini”. Lo ha detto Andrea Bottega, segretario nazionale del sindacato Nursind, commentando il report Agenas sugli accessi ai pronto soccorso.
Bottega fa l’esempio dei malati cronici: “Potrebbero prevenire ricadute ed evitare di fare ritorno nei pronto soccorso proprio attraverso la presa in carico da parte dell’infermiere di famiglia nelle case di comunità. Ma anche promuovere l’attività diretta degli infermieri in ambulatori ad hoc, una volta riconosciute competenze avanzate a questa professione, può rivelarsi il vero punto di svolta, riuscendo a incidere sia su quel 22% di accessi impropri ai Ps, e quindi riducendo i tempi d’attesa, sia sul fenomeno odioso delle aggressioni, che nella maggior parte dei casi è l’effetto diretto, seppure sbagliato, di una mancata risposta alla domanda di cura”.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
- Pronto soccorso: circa 4 milioni di accessi impropri nel 2023. I dati Agenas
- Schillaci lancia l’allarme su gettonisti e accessi impropri in pronto soccorso: numeri inquietanti
- Pronto Soccorso: è record di accessi impropri. Il 93% dei pazienti è un caso non urgente
- Palermo: volontari della CRI per ridurre gli accessi impropri nei P.S. congestionati
- Pronto soccorso intasati: le propste di Opi Trento per ridurre gli accessi
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento