“Nel complesso, l’interesse per le professioni sanitarie è in calo. Non perché siano poco apprezzate, ma perché siamo di fronte a un calo demografico importante, e con questo dobbiamo fare i conti. In questi giorni ragioneremo anche sulle strategie di attrattività di questi corsi”. Parola di Alvisa Palese, docente del Polo universitario di Gorizia e presidente della Conferenza permanente dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie, intervistata dal TgR Friuli Venezia Giulia.
Proprio al Polo universitario di Gorizia sono arrivati nei giorni scorsi circa 300 docenti e ricercatori dei corsi di laurea delle Professioni sanitarie per il meeting annuale iniziato lunedì e in programma fino a oggi. Obiettivo: fare il punto sulla formazione di figure molto richieste dal sistema sanitario italiano e regionale. Quattro le classi di insegnamento – infermieristiche e ostetriche, tecniche, della riabilitazione e della prevenzione – per 23 professioni, compresa quella di osteopata, inserita di recente nell’elenco.
La prima sessione dei lavori, ospitati dalle Università di Trieste e Udine, si è aperta con un confronto sulla formazione a distanza. Un tema delicato, che porta il dibattito anche sul problema della concorrenza delle università telematiche.
“Dobbiamo anche noi innovare continuamente i nostri corsi, formare gli studenti per quello che si troveranno davanti quando tra due o tre anni usciranno dall’università, per esempio con situazioni legate all’informatizzazione o all’intelligenza artificiale”, ha spiegato Paolo Contu, preside della facoltà di Medicina dell’università di Cagliari, sempre ai microfoni del TgR.
Altro tema caldo, le strategie di orientamento e di innovazione dei piani di studio. “Strategie come lo sviluppo delle lauree magistrali nelle discipline specialistiche per l’infermieristica potranno di sicuro migliorare l’attrattività”, ha concluso Alvisa Palese.
Redazione Nurse Times
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