E’ stata condannata con rito abbreviato a sette mesi la 32enne di origini straniere che lo scorso aprile, nella notte tra sabato 20 e domenica 21, aveva brutalmente aggredito un’infermiera al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro, procurandole ferite ritenute guaribili in sette giorni e scagliandosi anche contro i carabinieri intervenuti per calmarla.
La donna, che aveva accompagnato un parente, si era mostrata aggressiva, senza apparenti motivi, sin dal viaggio in ambulanza. Poi, arrivata in ospedale, aveva dato in escandescenze, rivolgendo la propria rabbia contro un’infermiera, afferrata per i capelli, buttata a terra e presa a calci. Anche nei confronti dei sanitari giunti in soccorso della collega la sua reazione era stata violenta, ma non basta: un’accoglienza non esattamente amichevole l’aveva riservata persino ai carabinieri chiamati dalla guardia giurata presente sul posto, che era riuscita in qualche modo a dividerla dal personale.
Proprio per resistenza a pubblico ufficiale la 32enne, che aveva alcuni precedenti, era stata arrestata, e per lei era scattata pure la denuncia per interruzione di pubblico servizio. In sede di convalida aveva ammesso gli addebiti e chiesto scusa, sostenendo di essere ubriaca, e dunque in stato di alterazione. Posta ai domiciliari con permesso di andare al lavoro, nelle scorse settimane ci è però ricascata, picchiando il marito, molto più anziano, e mandandolo in ospedale. Stavolta sono stati gli agenti di polizia a intervenire, e la donna è finita in carcere.
Oltre ai sette mesi per l’aggressione all’infermiera (il pm ne aveva chiesti nove), dovrà risarcire con 250 euro un carabiniere, anche lui refertato con qualche giorno di prognosi e costituitosi parte civile, chiedendo 1.000 euro di risarcimento.
Redazione Nurse Times
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