Di seguito una nota con cui il consiglio direttivo dell’Accademia italiana emergenza sanitaria (Aies) commenta la vicenda della donna che ha partorito in abulanza nel Crotonese, fornendo alcune precisazioni sul ruolo degli infermieri a bordo dei mezzi di soccorso. Una vicenda di cui Nurse Times si è occupato in un recente articolo.
Gentile Direttore,
a seguito del recente articolo pubblicato sulla vostra testata in merito a un parto avvenuto in ambulanza nella provincia di Crotone, l’Accademia italiana di emergenza sanitaria (Aies) ritiene necessario intervenire per ribadire alcuni principi fondamentali circa il ruolo dell’infermiere nel sistema di emergenza-urgenza territoriale.
L’infermiere, debitamente formato e inserito nei circuiti del Sistema 118, è perfettamente in grado di gestire situazioni complesse, anche in autonomia, nel pieno rispetto delle normative vigenti e dei protocolli clinico-assistenziali adottati dalle strutture operative.
Già a partire dal 1992, con l’avvio del Sistema di emergenza territoriale 118, la normativa nazionale ha previsto la presenza e l’impiego attivo dell’infermiere in ambulanza, autorizzandone la gestione autonoma di scenari urgenti e critici, secondo procedure codificate dal direttore della Centrale operativa 118.
Da allora migliaia di infermieri, in quasi tutte le regioni del Paese, hanno operato – e operano quotidianamente – su ambulanze a supporto vitale avanzato (ALS), gestendo con competenza, in autonomia o in team multiprofessionali, arresti cardiaci, politraumi, eventi ostetrici e ogni altra condizione tempo-dipendente.
Affermazioni che, nel 2025, invocano ancora la necessità imprescindibile e aprioristica della figura medica, facendo intendere neppure troppo velatamente che la mancanza di questa potrebbe in astratto procurare nocumento per il paziente, in scenari come un parto extra-ospedaliero, appaiono anacronistiche, prive di fondamento logico, normativo e scientifico. Esse non solo tradiscono una scarsa conoscenza del funzionamento reale del sistema, ma rischiano anche di delegittimare la professionalità infermieristica e disorientare l’opinione pubblica.
Il sistema dell’emergenza-urgenza deve fondarsi su competenze integrate, ruoli chiari e modelli organizzativi sostenibili, che valorizzino le competenze di tutte le figure professionali coinvolte. Ridurre la capacità operativa dell’infermiere a una condizione di subalternità al medico è non solo errato, ma anche pericolosamente retrogrado.
L’Accademia italiana di emergenza sanitaria rinnova il proprio sostegno a tutte le colleghe e i colleghi che, ogni giorno, prestano assistenza tempestiva e qualificata sul territorio, spesso in contesti ad alta complessità, e chiede che ogni discussione sul futuro del sistema 118 sia fondata su evidenze, rispetto delle professioni e aggiornamento continuo.
Redazione Nurse Times
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