Papa Francesco è tornato a Santa Marta. Lasciato il Policlinico Gemelli dopo 38 giorni di degenza, è rientrato finalmente in Vaticano, dove proseguirà i trattamenti e la fisioterapia sotto lo sguardo attento dello staff medico che lo segue da sempre: l’infermiere di fiducia Massimiliano Strappetti, il suo braccio destro Andrea Rinaldi, e il vicedirettore del Dipartimento Sanità e igiene del Vaticano, Luca Carbone.
Gli “angeli custodi” del pontefice vigileranno h24 sulle sue condizioni di salute, dopo aver predisposto anche piccoli aggiustamenti a Santa Marta per rendere più facili e accessibili le cure alle quali il Pontefice dovrà sottoporsi quotidianamente. Papa Francesco, dunque, torna nelle sue stanze al secondo piano dell’edificio scelto come sua residenza, ma inizialmente pensato come albergo per ospitare i cardinali. La convalescenza durerà due mesi, durante i quali gli è stato sconsigliato di incontrare gruppi di persone. Per questo è probabile che l’accesso al piano sarà limitato ancora più di quanto non lo sia attualmente.
È stato proprio Strappetti, sul balconcino dove si è affacciato il papa, a porgergli il microfono, chiedendogli se se la sentisse di parlare. E sempre lui era accanto a Francesco, in auto, nel tragitto verso il Vaticano. Prima di diventare assistente personale di Francesco l’infermiere – una vita in corsia proprio al Gemelli – è stato nell’equipe medica di Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi.
“Mi ha salvato la vita”, disse papa Francesco dopo l’intervento al colon del 2021. Per lui Strappetti non è solo un assistente, ma una persona su cui contare, a cui dare credito e ascolto. Per questo lo nominò addirittura “assistente sanitario personale”, un ruolo che mai era stato assegnato nella storia di un pontificato. Strappetti sarà affiancato dall’infermiere Andrea Rinaldi, neo-innesto nello staff medico che segue Bergoglio. Responsabile dell’equipe medica vaticana sarà comunque il dottor Luca Carbone, medico che ha lavorato al fianco dello staff del Gemelli durante la degenza al Policlinico universitario.
Al di là dell’aspetto sanitario, che non dovrebbe richiedere un impegno troppo gravoso, i tre avranno il compito decisamente più arduo di convincere papa Francesco a ridurre gli impegni pubblici per evitare pericolose ricadute.
Redazione Nurse Times
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