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Padova, dietro le quinte della Chirurgia d’urgenza: la crisi che nessuno vuole raccontare

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Giunge all’attenzione della nostra redazione ([email protected]) il grido d’allarme degli infermieri dell’Azienda Ospedaliera di Padova: carenza di personale, condizioni di lavoro insostenibili e un sistema al collasso rischiano di mettere in ginocchio la Chirurgia d’urgenza.

Nel cuore pulsante dell’Azienda Ospedaliera di Padova, il reparto di Chirurgia d’urgenza si trova ad affrontare una crisi che pochi osano raccontare apertamente. Nonostante l’impegno incessante di medici, infermieri e operatori sanitari, il peso della carenza di personale e delle condizioni lavorative difficili si fa sentire ogni giorno di più.

Una testimonianza raccolta da chi vive quotidianamente questa realtà svela il quadro preoccupante: “La situazione è critica, siamo in pochi e costantemente sotto organico. Gli esodi che abbiamo visto negli ultimi anni sono solo la punta dell’iceberg di un problema più profondo”.

Il reparto, che gestisce casi estremamente delicati e complessi, si ritrova spesso con pochi veterani esperti, circondati da giovani neolaureati desiderosi di apprendere, ma ancora in fase di formazione. “Siamo rimasti in pochi ad avere esperienza, e purtroppo i nuovi arrivati, per quanto motivati, hanno bisogno di tempo per integrarsi e acquisire le competenze necessarie,” continua l’operatore.

Le cause della crisi

La carenza di personale è una realtà diffusa in molti reparti ospedalieri, ma qui, dove l’urgenza e la precisione sono la norma, gli effetti sono devastanti. “I continui cambiamenti e le condizioni di lavoro difficili scoraggiano anche chi vorrebbe restare – racconta un’altra voce del reparto -. Questo alimenta un circolo vizioso: meno siamo, più diventa difficile per chi rimane”.

Anche le nuove assunzioni, tanto attese, rappresentano solo un sollievo temporaneo. La formazione di un personale sanitario preparato richiede tempo, dedizione e risorse, ma la pressione quotidiana non lascia spazio alla gradualità: “Ci vuole almeno un anno per formare bene un nuovo infermiere, e intanto dobbiamo fare fronte all’emergenza con quello che abbiamo”.

Le soluzioni possibili

Ripristinare il numero di infermieri e operatori sanitari è la priorità assoluta, ma non basta. Servono misure strutturali che permettano di integrare i nuovi arrivati in modo efficace, creando un ambiente di lavoro sostenibile per tutti.

“Non possiamo più andare avanti così. È fondamentale non solo assumere, ma anche valorizzare chi c’è, offrendo condizioni che permettano di lavorare con dignità e serenità,” concludono gli intervistati.

Un grido di allarme da ascoltare

Le storie che emergono dal reparto di Chirurgia d’urgenza dell’Azienda Ospedaliera di Padova non sono isolate. Esse riflettono una crisi che attraversa l’intero sistema sanitario. Una crisi che mette a rischio non solo i professionisti, ma anche i pazienti.

Eppure, dietro le difficoltà, rimane una dedizione incrollabile: “Nonostante tutto, siamo qui per fare del nostro meglio, ogni giorno. Ma abbiamo bisogno di supporto, e ne abbiamo bisogno ora.” Un messaggio chiaro e potente, che merita di essere ascoltato, prima che sia troppo tardi.

Redazione Nurse Times

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