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“Oss e abuso di ruolo: il silenzio che rende schiavi”

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Mobilità Toscana, 2.000 infermieri e 1.000 oss chiedono trasferimento
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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma di Antonio Squarcella (SHC OSS).

In Italia migliaia di operatori socio-sanitari continuano a svolgere il proprio lavoro con dedizione e sacrificio, ma troppo spesso lo fanno sotto il peso di una realtà inaccettabile: il continuo abuso di ruolo. Troppi oss si rendono, loro malgrado, schiavi di un sistema gerarchico che li sovraccarica di responsabilità non loro, li sottopaga e ne ignora la professionalità.

Questa dinamica non è casuale. La mancanza di riconoscimento istituzionale e normativo lascia gli oss privi di strumenti concreti per difendere le proprie autonomia e dignità. In molte strutture private gli oss vengono trasformati in “braccia esecutive”, costretti a compiti che eccedono le loro competenze, mentre le responsabilità ricadono sempre e solo su di loro. Il risultato è un ambiente di lavoro dove l’abuso diventa routine, il silenzio un rifugio e la frustrazione una compagna costante.

L’oss deve riconoscere questo problema non come un conflitto personale, ma come una questione strutturale e sociale. L’operatore socio-sanitario è una figura professionale autonoma, formata, regolamentata e indispensabile per la presa in carico dei pazienti. Trasformarla in una categoria “di supporto servile” significa non solo negarne la dignità, ma anche compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria.

Gli oss devono avere gli strumenti per reclamare il proprio ruolo: formazione continua, aggiornamento professionale, percorsi di carriera e tutele contrattuali. E devono avere un’organizzazione che li rappresenti davvero, che dia voce alle ingiustizie e costruisca una barriera concreta contro abusi e soprusi. In questo contesto SHC OSS si pone come punto di riferimento: un sindacato di categoria che rompe il silenzio, tutela i diritti e valorizza la professionalità di chi troppo spesso resta invisibile.

Non si tratta di un conflitto tra colleghi, ma di una battaglia per la dignità della professione e per la sicurezza dei pazienti. L’oss che continua a subire abusi perde autorità, motivazione e fiducia nel sistema, e questo impoverisce l’intero comparto sanitario. Solo un fronte comune, organizzato e consapevole può invertire questa tendenza e restituire agli oss il ruolo centrale che meritano.

Il tempo del silenzio è finito. Gli oss devono smettere di subire passivamente e scegliere di difendere il proprio ruolo, di pretendere rispetto e riconoscimento, e di sostenere chi lotta per la loro dignità. La politica e le istituzioni hanno il dovere di ascoltarli, di regolamentare con chiarezza competenze e responsabilità, di garantire che nessuno possa più trasformare una professione di cura in uno strumento di abuso.

SHC OSS rappresenta oggi il perno del cambiamento. Offre una voce forte e concreta agli oss, ne riconosce la professionalità e combatte attivamente contro abusi, soprusi e invisibilità. Aderire a SHC OSS significa smettere di subire, smettere di accettare soprusi e abusi, smettere di essere invisibili. Significa reclamare rispetto, autonomia e centralità nella sanità italiana, con il sostegno strategico della Federazione Migep.

La sfida è chiara: o l’oss resta un “esecutore silenzioso” o diventa protagonista del proprio destino? È ora di scegliere. Ogni operatore socio-sanitario ha il diritto di lavorare con dignità, sicurezza e riconoscimento. E ha il diritto di dire basta agli abusi, di unirsi ad altri colleghi e costruire una barriera concreta contro chi pensa di poterne sfruttare la buona volontà.

Non c’è futuro nella rassegnazione e nei lamenti: c’è futuro nella forza del collettivo, nella consapevolezza del proprio valore e nell’organizzazione sindacale, rafforzata dall’azione politica e strategica della Federazione Migep. Non restate fermi. Non accettate più di essere sfruttati.

Fate sentire la vostra voce, difendete il vostro ruolo, reclamate ciò che vi spetta. Unitevi a SHC OSS e camminate insieme alla Federazione Migep. È il momento di trasformare la frustrazione in forza, la marginalità in centralità e il silenzio in azione. La vostra dignità non può più essere ignorata.

Redazione Nurse Times

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