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Oss con formazione complementare al posto degli infermieri: OPI Vicenza si rivolgerà al TAR per fermare la delibera

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Super Oss al posto degli infermieri: OPI Vicenza si rivolgerà al TAR per fermare la delibera
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Un secco no alla proposta del governatore del Veneto Zaia giunge dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vicenza.

L’idea di sopperire alla carenza storica di infermieri, esacerbata dall’attuale situazione pandemica formando operatori sociosanitari con formazione complementare sarebbe un provvedimento con “rischi nell’applicazione della delibera regio­nale” e “nocivo per tutti e soprat­ tutto per i pazienti”.

Il presidente Federi­co Pegoraro non ha usato mezzi termini nel giudicare la delibera della giunta regionale che nelle scorse settimane ha dato il via ad un percorso di “Formazio­ ne complementare in assistenza sanitaria” dedi­cato alla figura dell’Oss, in modo da potergli affidare anche attività prettamente infermieristi­che, dopo un percorso formativo a distanza di 150 ore e un tirocinio di 250 ore.

Numerose polemiche sono sorte in seguito al provvedimento, tanto che a livello regionale l’Ordine delle professioni infermie­ristiche starebbe già pen­ sando ad un ricorso al Tar per cercare di fermarne l’applicazione.

“Non vogliamo passare per quelli che appena si cerca una soluzione creano il “comitato del No” ­ dice Pegoraro, ma questo provvedimento rischia di essere nocivo per tutti e soprattutto per i pazienti”. 

Secondo l’Ordine la delibera “espone a rischi in primis gli ospiti delle residenze sanitarie per anziani ­ afferma Pegoraro ­ già in elevata condizione di fragilità, loro stessi e infine anche gli infermie­ ri, che mantengono co­ munque la piena respon­ sabilità dei risultati dell’as­ sistenza e dell’appropria­ tezza della presa in carico del paziente”.

E ancora: “Siamo tutti perfettamen­ te consapevoli ­ fanno sa­ pere dall’Ordine ­ della criticità della situazione sanitaria e della carenza di personale infermieristico. Carenza, però, frutto della inefficiente gestione dei fabbisogni di personale in passato e aggravatasi dopo lo scoppio della pande­ mia, tanto da diventare un’emergenza. Ora serve ragionare assieme sulle possibili alternative di ge­ stione del problema, inve­ ce che imporre soluzioni come queste”.

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