“Stiamo dicendo da mesi che per fare iniezioni non serve una laurea, anche il dibattito contro i farmacisti che fanno vaccini mi sembra sterile, non dico che quando avremo i vaccini bisognerà andare dalla vicina a fare la puntura, ma quasi”, le parole di Zaia
Il presidente della Fnomceo dott. Filippo Anelli difende medici e infermieri contro le parole del governatore del Veneto Zaia che nella conferenza stampa annuncia anche di non rinunciare alla delibera che trasforma gli oss in infermieri con un corso Fad di poche ore
L’intervento di Anelli
“No alla banalizzazione delle competenze. I professionisti sanitari studiano anni per acquisirle, in maniera specifica e mirata per le professioni che andranno a esercitare.
Forse – ed è tutto da discutere – non servirà una laurea per fare un’iniezione. Ma serve una laurea, a volte anche una specializzazione, per salvare, con cognizione di causa, una vita – riflette Anelli -. Lo aveva intuito già Ippocrate, nel 400 Avanti Cristo, quando invitava a tenere il maestro in conto di genitore e a insegnare l’arte della medicina soltanto a coloro che avevano prestato giuramento: le conoscenze, le competenze e i valori sottesi alla professione non discendono da scienza infusa, ma sono il frutto di un percorso di apprendimento e di esperienza guidata. Se questo era vero più di 2400 anni fa, è tanto più vero oggi con tutti i progressi medici, scientifici, tecnologici.
Infermieri, farmacisti, medici studiano anni per acquisire le loro competenze, peculiari, diverse e specifiche per ogni professione: e ogni atto professionale non presuppone solo la mera skill tecnica, ma tutto un insieme di conoscenze che vengono, in quel momento, applicate, all’interno e in funzione di una cornice di valori etici e deontologici – continua -. In questo senso le professioni garantiscono i diritti dei cittadini: lo fanno con le loro conoscenze, le loro competenze, i loro valori.
Banalizzarli significa, oltre ad abbassare la qualità delle cure, rendere questo Stato meno democratico.
I bravi governanti sono quelli che riescano a mettere insieme le professioni, perché, in maniera sinergica, garantiscano i diritti dei cittadini – aggiunge -. Nessuno vuole mettere in discussione le scelte politiche sull’applicazione del piano vaccinale; ma dovremmo farle utilizzando al meglio le risorse umane e le professionalità che abbiamo a disposizione.
E le professionalità ci sono: abbiamo, in Italia, un milione e mezzo di professionisti sanitari che si formano con studi universitari che, a seconda della via che si sceglie di intraprendere, possono andare dai tre agli undici anni – conclude – Che, per esercitare, si iscrivono ai rispettivi Albi, scegliendo liberamente di seguire leggi etiche e principi morali e deontologici che, come categoria, si sono autoimposti.
È questo che vogliamo offrire ai cittadini, è questo che ci consentirà di gestire questa crisi e di scrivere nuovi modelli per il sistema salute: cure fornite da team multiprofessionali, dove ogni professionista offre le proprie competenze, in sinergia con gli altri.
È questo lo standard che andrebbe seguito anche per le vaccinazioni, dove tutti i professionisti, tra i quali quasi un milione tra medici e infermieri, si sono messi, ciascuno per il proprio ruolo, al servizio del Paese.
A Zaia, a chi la pensa come lui, pur comprendendo e condividendo la buona intenzione di dare impulso alla campagna, vorrei dunque precisare che non avremo, per fortuna, bisogno di rivolgerci alla vicina: non sono i professionisti a scarseggiare, ma semmai le dosi di vaccino”.
Manca, a questo punto, solo l’autorevole voce della presidente della Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche dott.ssa Barbara Mangiacavalli.
Redazione Nurse Times
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