Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Opi Roma.
In relazione a quanto si legge su alcuni giornali romani circa un presunto avvenuto maltrattamento ai danni di una paziente disabile in una struttura ospedaliera privata di Genzano, Opi Roma smentisce categoricamente che la persona indagata per questo caso sia un’infermiera. Non è iscritta al nostro Ordine e non è un’infermiera. L’Ordine si riserva ogni iniziativa legale a tutela dell’onorabilità della professione e intanto chiede, ai sensi dell’articolo 42 della Legge 416/1981, un’urgente rettifica agli organi di stampa coinvolti.
“Succede con allarmante frequenza – dichiara il presidente di Opi Roma, Maurizio Zega (foto) – che la stampa scambi per infermiere chiunque lavori in una struttura sanitaria e non sia un medico. È un atteggiamento di sufficienza e ignoranza, insopportabile e arrogante. ‘Infermiere’ non è un nome comune da utilizzare con massima leggerezza: è un professionista laureato e iscritto a un ordine professionale che ne garantisce la condotta etica, deontologica e morale”.
Sempre il presidente di Opi Roma: “Ora agiremo certamente presso le competenti giurisdizioni per la tutela dell’onorabilità della professione. Ma ancora più male ci fa la constatazione della pochezza morale e culturale di chi, a dispetto delle sciocche iperboli sugli ‘eroi’ della pandemia, continua imperterrito in una narrazione falsa, bugiarda in ogni tempo e più che mai ora”.
Conclude il presidente di opi Roma: “La cosa più comica, se non fosse tragica, è che tutti sanno che in Italia c’è carenza di infermieri, e se ne preoccupano. Ma quale giovane può decidere di abbracciare una professione che sulla stampa viene trattata quasi fosse una discarica verbale? Devi parlare di un brutto episodio? Scrivi ‘infermiere’ nel titolo e non se ne parla più. Non sarebbe ora di finirla con le notizie false?”.
Redazione Nurse Times
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