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Non avrei mai pensato, dopo tanti anni di Terapia Intensiva di potere avere paura, ma questa volta è diverso

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Non avrei mai pensato, dopo tanti anni di Terapia Intensiva di potere avere paura, ma questa volta è diverso
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Non avrei mai pensato che dopo quasi 21 anni di terapia intensiva, di avere paura. Ho paura, non mi vergogno a dirlo. Tanto lo si legge nei miei silenzi, nei miei occhi, nei miei movimenti lenti, nel modo in cui mai come in questo momento cerco la forza, il coraggio, il sostegno di persone che come me stanno affrontando questa battaglia.

Eppure pensavo di essere abituato, pensavo che la maturità personale e professionale mi avrebbero fatto da scudo, da corazza. Ma sento che questa volta è diverso. È tutto diverso. È diverso perfino il modo di vedere chi mi sta accanto quando lavoro.

Ognuno diventa guardiano dell’altro. Non sono concessi errori, distrazioni, nulla è concesso. Bere, toccarsi, liberarsi e perfino respirare. Lo si fa lentamente, collegando mente e corpo. Perché insieme in quella tuta, sotto il camice, dentro la maschera, sotto occhiali e caschetto, tutto deve essere mirato a far sì che mente e corpo non cedano, tutto è finalizzato a fare quello che da sempre facciamo: il nostro lavoro. Il nostro meraviglioso lavoro che ora tutto il mondo scopre essere difficile, pericoloso, importante, essenziale, fondamentale, prezioso per la vita delle persone.

Il nostro lavoro che da sempre cerca con mente e corpo di raccontare storie, di vita e di morte, di sconfitte e di vittorie, di cicatrici indelebili, di sogni e incubi, di luce e di buio. Di amore, di speranza, di abbracci, di strette di mano, di urla e di silenzi, di lacrime dolci e salate, di addìi, di abbandoni, di doni preziosi, di vite spezzate.

È un mondo il nostro lavoro. È un mondo dove tutto deve essere in perfetto equilibrio, proprio come me, in quella tuta, con quella maschera, con quel caschetto. È un mondo. Ed in questo momento il Mondo ci guarda.

E io sono sicuro che noi non lo deluderemo questo Mondo.. Noi non ci faremo battere dalla paura, noi saremo li, in trincea, come sempre. È genetica per noi combattere, è genetica per noi afferrare anche l’ultimo istante e far si che questo diventi storia da raccontare. È genetica per noi indossare la divisa che oggi più che mai è una corazza. Noi ce la faremo!

Nicola De Giosa

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