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Strage di Bologna (2 agosto 1980), così nacque il 118. L’intuizione dell’infermiere-pioniere Marco Vigna

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Oggi ricorre il 45esimo anniversario della strage di Bologna, che il 2 agosto del 1980 costò la vita a 85 persone e causò oltre 200 feriti. Per l’occasione vogliamo ricordare la figura dell’infermiere Marco Vigna, la cui storia professionale è legata a uno dei capitoli più tristi della storia d’Italia.

All’epoca Vigna era coordinatore infermieristico all’Ospedale Maggiore e fu chiamato dal direttore Paolo Nanni Costa per migliorare il sistema dei soccorsi. Iniziò a distribuire radio ricetrasmittenti ai volontari delle ambulanze: un’iniziativa che, come spiega lui stesso nell’intervista rilasciata qualche giorno fa a Repubblica, si rivelò fondamentale per salvare vite. “A Bologna – ricorda – erano saltate tutte le linee telefoniche e i cellulari non esistevano. Grazie alle radio a bordo potemmo organizzare i soccorsi”.

Quell’evento tragico rappresentò un’importante prova sul campo per il sistema unico di soccorso, che è poi diventato un punto di riferimento in Italia. Da allora divenne lampante la necessità di una centrale operativa unica per le emergenze: “Impiegammo circa sei anni per centralizzare tutto, ma già a dicembre nacque Bologna Soccorso e lo intitolammo al 2 agosto”.

Negli anni immediatamente successivi il progetto bolognese fu scelto dalla Regione Emilia-Romagna come modello per tutto il territorio regionale. Prese così il via una vera propria rivoluzione culturale nell’organizzazione del soccorso: non più solo trasporto, ma osservazione e mantenimento delle funzioni vitali fino all’arrivo in ospedale.

Un sistema che fece scuola, tanto che Vigna, per il suo ruolo pionieristico, è considerato uno dei padri del 118 in Italia: “Abbiamo fatto la scelta del numero 118 rifacendoci all’articolo 118 della Costituzione, che parla di sussidiarietà, perché il nostro è un sistema pubblico e privato. La sussidiarietà era l’anima del 118 in quel momento”.

Oltre all’attività sul campo, Marco Vigna si è dedicato alla formazione e all’insegnamento, contribuendo alla crescita professionale di moti infermieri. Le sue esperienza e competenza lo hanno reso un esempio da seguire per chiunque svolga la professione di infermiere. E il suo apporto è stato fondamentale per migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema di emergenza-urgenza.

Redazione Nurse Times

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