Nel 2005 una pronuncia della Corte di Cassazione ha segnato un passaggio chiave per la valutazione della responsabilità penale in presenza di disturbi mentali. È la cosiddetta sentenza Raso, che ha ridefinito i criteri per riconoscere l’infermità mentale, aprendo per la prima volta a una valutazione più ampia, centrata non solo sulla diagnosi clinica di natura organicista, ma anche sul funzionamento mentale dell’individuo al momento del fatto.
Il caso da cui tutto è partito è emblematico: Giuseppe Raso, falegname romano, uccide un vicino al culmine di un lungo conflitto condominiale. La Corte Costituzionale, pur escludendo una psicosi conclamata, riconosce una compromissione tale da giustificare una parziale incapacità di intendere e volere. Per la prima volta si afferma che anche un disturbo di personalità, se grave e scompensato, può incidere significativamente sulla responsabilità penale.
A fare la differenza è il cosiddetto grado di diversità: una rottura evidente tra il comportamento abituale del soggetto e la condotta criminale, che rende quest’ultima manifestazione diretta del disturbo. Da quel momento il panorama giuridico italiano ha iniziato a orientarsi secondo criteri più flessibili: non è più sufficiente stabilire se un soggetto soffra o meno di una psicosi; ciò che conta è se, in quel determinato contesto, il disturbo ha alterato in modo sostanziale la capacità di comprendere o controllare l’azione.
Questo approccio ha portato con sé importanti conseguenze. Secondo i dati riportati nella recente pubblicazione su Medicine, Science and the Law, negli ultimi vent’anni le assoluzioni per infermità mentale sono aumentate del 90%. Parallelamente è cresciuto il numero di misure di sicurezza applicate a soggetti giudicati non imputabili, ma considerati socialmente pericolosi. Si tratta spesso di persone con disturbi di personalità, dipendenze o forme di disagio non psichiatrico in senso stretto.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Sole 24 Ore
Articoli correlati
- Disturbi mentali, botta e risposta tra Salvini e società professionali
- Cassino, paziente con disturbi mentali lancia un monitor contro un infermiere
- Disturbi mentali: possibile valutare il rischio attraverso i denti da latte
- Unisciti a noi su Telegram https://t.me/NurseTimes_Channel
- Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
- Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
- Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
- Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
Lascia un commento